di Gi Elle
Il Vigneto Fvg è conosciuto ovunque per i suoi vini bianchi. Questo è un dato incontrovertibile. E il fatto che nel giro di appena pochissimi anni la nostra regione torni a ospitare per la seconda volta – come è noto, in marzo, a Udine – il Concorso mondiale del Sauvignon lo sta a dimostrare con piena forza.
Ma andiamoci piano. I rossi, infatti, dove li mettiamo? E’ vero, non hanno la notorietà di quelli del Piemonte. Non accostiamoli a Barolo o Barbaresco, questo no. Tuttavia, non dobbiamo neppure soffrire di un complesso di inferiorità, perché anche con questo segmento produttivo abbiamo i numeri per farci rispettare. A cominciare dal grande Refosco, autoctono di cui andiamo giustamente fieri, sia come “peduncolo rosso” che “di Faedis”.
I rossi li sappiamo fare bene e ci ripagano con una qualità di tutto rispetto, se non addirittura eccelsa. A scarseggiare è invece la possibilità di farli conoscere meglio, non per sfatare il mito che siamo unici per i vini bianchi, bensì per dire che pure con i rossi abbiamo voce in capitolo. C‘è, dunque, una indubbia necessità di unitarietà nella promozione e soprattutto di intenti comuni tra produttori, organizzazioni di categoria e istituzioni per rafforzare la presenza sui mercati dei vini rossi friulani, una “nicchia” certamente, ma di assoluta qualità nel panorama vitivinicolo del Friuli Venezia Giulia che deve essere mantenuta e rafforzata visto l’interesse per questa tipologia nel mondo.
Nimis, Colli orientali: grappoli di Cabernet franc appena raccolti e di Refosco di Faedis.
Una utile premessa per riferire di quanto è emerso dalla interessante tavola rotonda “Vini rossi friulani e vini rossi francesi: stili di produzione e metodi di promozione a confronto” che si è tenuta, organizzata dai Periti agrari friulani, nella sala congressi dell‘hotel “Là di Moret” a Udine. “Il Friuli Venezia Giulia ha qualità e capacità produttiva complessiva elevate: difetta ancora sul versante promozionale e della distribuzione, ma, messi a posto questi due tasselli, ha prospettive di enorme sviluppo”, ha detto al riguardo l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, commentando gli esiti del convegno.
“Vi sono mercati sicuramente recettivi per il vino rosso, ma occorrono volumi che non sono alla portata di nessun singolo produttore del Friuli Venezia Giulia: il sistema regionale, invece, avrebbe i numeri per farlo, ma occorre muoversi tutti assieme senza contrapposizioni e personalismi: esattamente come fa la Francia da molti anni”, ha evidenziato l’assessore – come si legge in una nota Arc -, aggiungendo che “puntare sui rossi in Friuli Venezia Giulia significa rispondere anche ad un’opportuna differenziazione che ogni piano di marketing aziendale dovrebbe avere come caposaldo”.
L’intervento dell’assessore Zannier (fra Zanardo, Cattaruzzi e Trinco) e la degustazione.
I dati, però, vanno in controtendenza e danno conto di una significativa contrazione: in meno di dieci anni la superficie vitata di vitigni a bacca rossa, e di conseguenza la produzione di vini, in regione è diminuita del 20 per cento (attualmente dei 25mila ettari complessivi di superfici vitate del Fvg il 20% circa è rappresentato da varietà rosse), facendo le spese della forte espansione che, inseguendo il mercato, hanno fatto registrare Pinot grigio e Glera, il vitigno da cui si ottiene il Prosecco. “Questa opportunità – ha chiarito infine l’assessore Zannier – è stata colta dagli imprenditori in quanto attualmente comporta risultati economici importanti: ha spostato un po’ gli equilibri ma non desta preoccupazione, anche se un’espansione al di là della dimensione attuale non credo sia opportuna”.
Moderata da Enzo Cattaruzzi, la tavola rotonda è stata organizzata, come detto, nell’ambito del programma di formazione del Collegio dei periti agrari della Provincia di Udine e ha visto, tra gli altri, gli interventi del presidente del Comitato nazionale vini Doc Igt, Michele Zanardo, e dell’enologo Stefano Trinco. Ad introdurre i lavori è stato il presidente del Consiglio nazionale dei periti agrari e periti agrari laureati, Mario Braga, assieme a quello provinciale, Giovanni Cattaruzzi.
Al termine, l’assessore Zannier, ringraziando il Collegio dei periti agrari cui ha lanciato l’invito per un confronto “serio e franco per collaborare a scrivere le linee strategiche future”, ha consegnato targhe di benemerenza al docente dell’Università di Udine, Raffaele Testolin, “padre” della ricerca sui vitigni resistenti in Friuli Venezia Giulia, e al divulgatore di cultura agraria Enos Costantini.
La consegna del riconoscimento al professor Raffaele Testolin.
—^—
In copertina, grappoli di Refosco dal peduncolo rosso Doc Friuli Aquileia.
(Immagini convegno di Photolife)
—^—
< N.d.R. Seguiteci su Twitter https:/twitter.com/FriulivgC – @FriulivgC >
Views: 61