di Giuseppe Longo

I grandi vini prodotti dal Vigneto Fvg sono pronti a “imbarcarsi” per la Via della seta. E lo potranno fare attraverso il Porto di Trieste candidato a essere un vero e proprio crocevia di traffici verso il vastissimo mercato dell’Estremo Oriente. “Il primo progetto verso la Cina vorrei riguardasse l’export dei nostri vini”, ha affermato infatti il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, intervenuto a Cividale, nella sede centrale di CiviBank, a un importante meeting di produttori vinicoli del Friuli Venezia Giulia all’indomani della firma degli accordi appunto sulla cosiddetta  Via della seta. Una importante prospettiva, dunque, per i nostri produttori delineata alla vigilia di quell’importantissimo appuntamento annuale che risponde al nome di Vinitaly e all’indomani del Concorso mondiale del Sauvignon che ha proiettato nuovamente la nostra regione – attraverso Udine – sulla scena planetaria con uno dei suoi più famosi vini bianchi che piacciono molto anche in Cina.

Ecco l’incontro alla CiviBank. 

La sala consiliare della banca cividalese era infatti gremita di viticoltori giunti da varie località del Friuli Venezia Giulia per ascoltare le opportunità che il Porto franco di Trieste può offrire ai loro prodotti. La presidente Michela Del Piero ha fatto gli onori di casa,  richiamando nella circostanza il ruolo di leader del credito agrario di CiviBank in ambito regionale. Il presidente D’Agostino, dopo avere ricordato la conquistata centralità del mare Adriatico nei traffici internazionali negli ultimi 20 anni, ha quindi illustrato le opportunità della logistica del Porto di Trieste e soprattutto i vantaggi fiscali derivanti dalla zona extradoganale che offre lo scalo giuliano, proprio attraverso il suo riconoscimento come “porto franco”, un beneficio in chiave moderna ma che riprende quanto fece esattamente tre secoli fa l’imperatore Carlo VI d’Asburgo, proprio con quella benemerita istituzione ricordata pochi giorni fa con varie manifestazioni nel capoluogo regionale.
Elementi questi che potrebbero favorire – ha osservato ancora D’Agostino – una formidabile “piattaforma logistica del vino”L’export del vino verso la Cina vede l’Italia solo al 6° posto, mentre Francia e Australia si pongono ai vertici in questo campo. Per cui si tratta di una prospettiva tutta da chiarire e da esplorare per quanto riguarda la produzione Fvg.
Che si debba fare di più su questo fronte l’ha sostenuto anche il direttore dell’assessorato regionale alle risorse agricole, Augusto Viola, intervenuto al convegno in rappresentanza dell’assessore Stefano Zannier: “Il valore dell’export del vino del Friuli Venezia Giulia è di 118 milioni di euro. Dobbiamo potenziare – ha pertanto sottolineato – l’aggregazione di sistema in funzione di cogliere al meglio le opportunità della logistica portuale”.

Il Concorso mondiale del Sauvignon.

Ma non è solo la Cina lo sbocco delle esportazioni. Il presidente D’Agostino ha annunciato infatti l’imminente accordo con l’Ungheria che registra l’aumento del Pil più alto dell’Europa, nonché i recenti accordi con le Ferrovie austriache che vanno a potenziare l’offerta logistica portuale. “Siamo noi ad aggredire gli altri mercati e non viceversa. Il Porto di Trieste è al servizio degli interessi nazionali”,  ha sottolineato il presidente dell’Autorità portuale al termine del suo intervento che ha messo in luce le reali prospettive che si aprono a favore dei nostri produttori vitivinicoli.
Il convegno ha visto pure la presenza del dirigente dell’Ismea, Roberto Milletti, che ha inquadrato la produzione vinicola regionale nel contesto nazionale ricordando come il Friuli Venezia Giulia si collochi al 5° posto nella classifica dell’export delle regioni italiane. In  tale quadro – ha detto – “i vini autoctoni rappresentano un fattore di competitività”. Come dire, che la loro produzione deve essere ulteriormente incentivata al fine di offrire sul mercato qualcosa di altamente qualificato e che esula dai soliti vitigni internazionali, diffusi in tutto il mondo.

A margine del convegno la presidente di Civibank, Michela Del Piero, e la presidente del Movimento turismo del Vino, Elda Felluga, hanno sottoscritto un accordo per il supporto delle iniziative del sodalizio per il 2019. Anche questo è, dunque, un passaggio importante per la valorizzazione del settore, strategico nel panorama economico del Friuli Venezia Giulia. E la nascente Via della seta potrà rappresentare sicuramente una importantissima occasione di sviluppo della vitivinicoltura Made in Fvg. Avendo fin d’ora la garanzia di poter beneficiare delle importanti infrastrutture commerciali del Porto di Trieste, pronte a intavolare un proficuo “dialogo” con lo sterminato mercato cinese.

Vigneti nella zona del Cormonese.

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In copertina, uno scorcio del Collio.

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