La bioeconomia ha un “cuore” agricolo, perché in un settore che, a livello nazionale, vale 316 miliardi di euro, l’agricoltura deve crescere ben oltre i 58 miliardi attuali. «La sostenibilità, nella sua declinazione economica, è fondamentale per lo sviluppo della nostra agricoltura», ha detto infatti Stefano Zannier, assessore regionale alle Risorse agroalimentari, durante il convegno: “La sostenibilità in agricoltura tra necessità, vincoli e opportunità”, organizzato ieri mattina da Confagricoltura Fvg, a Villa Manin di Passariano. «E, per realizzarla – ha proseguito l’esponente della Giunta Fedrigaservono maggiore innovazione e più comunicazione che deve essere univoca, non confusa, in modo da farsi ascoltare».
«La sostenibilità e la bioeconomia, sono due temi centrali per l’agricoltura moderna – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Fvg, Claudio Cressati -. In regione, però, dopo le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto centinaia di persone tra agricoltori, apicoltori, tecnici, magistrati, avvocati e sementieri, è venuto il momento di fare il punto della situazione. Per questo motivo, con l’intento di dare un contributo di chiarezza, tecnico e scientifico al confronto in atto, abbiamo organizzato questo incontro tecnico». Al quale hanno partecipato, in una sala gremita, quasi 200 persone.

Parla l’assessore Zannier che ha accanto Cressati e Del Fabro; sotto, la sala gremita a Villa Manin.

Serve più conoscenza per ogni ettaro coltivato, è stata la richiesta di quasi tutti i relatori intervenuti e la centralità del settore agricolo all’interno della bioeconomia deve essere ulteriormente affermata. Infatti, secondo i dati presentati da Francesco Marangon, professore di Economia agraria e delegato del rettore dell’Università di Udine per la sostenibilità, la bioeconomia in Italia – come dicevamo all’inizio – ha un volume d’affari pari a oltre 316 miliardi di euro, ma solo 58 miliardi sono quelli ricavati dall’agricoltura (ben 116, quelli dell’industria alimentare, a esempio). Insomma, l’agricoltura del futuro non mostrerà una sola, ma più facce della sostenibilità puntando su quella che la stessa Ue definisce come “intensificazione sostenibile”, legata a doppio filo con l’introduzione graduale e ragionata delle nuove tecnologie (genomiche, agronomiche, fitoiatriche, digitali).
In relazione alla vicenda giudiziaria friulana, che ha messo sotto accusa quasi 400 agricoltori per “inquinamento ambientale doloso”, l’avvocato Cesare Tapparo (che difende circa 150 imputati), ha sottolineato la gravità del reato contestato (con una pena prevista fra i 2 e i 6 anni di reclusione più multa pecuniaria) e ha detto che «gli agricoltori che hanno eseguito con scrupolo quanto previsto dal loro operare quotidiano, non hanno nulla da rimproverarsi e si difenderanno in ogni modo per scaricare queste accuse» che li definiscono come “inquinatori con volontà e consapevolezza”.
All’incontro di Confagricoltura Fvg, moderati dal giornalista Adriano Del Fabro, hanno anche partecipato Deborah Piovan, imprenditrice agricola veneta e portavoce del manifesto “Cibo per la Mente”; Lorenzo Furlan, dirigente di Veneto Agricoltura; Michele Morgante, professore di Genetica all’Università di Udine e direttore dell’Istituto di Genomica Applicata; Andrea Quallerba, direttore della società agricola Principi di Porcia e Brugnera, e Donato Rotundo, direttore Area sviluppo sostenibile e innovazione di Confagricoltura.

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In copertina e qui sopra coltivazioni di soia e mais in Friuli Venezia Giulia.

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