di Giuseppe Longo

LIGNANO – Quando Ernest Hemingway arrivò a Lignano, era l’aprile del 1954, trovò un paesotto, ma non grande, su una penisoletta protesa tra mare e laguna, e tanta campagna attorno. La crescita della località come stazione balneare, che l’avrebbe fatta diventare il principale centro turistico del Friuli Venezia Giulia, doveva ancora partire, spinta anche dall’innovativa architettura di Marcello D’Olivo. Lignano era appena una frazione rivierasca di Latisana quando la vide per la prima volta lo scrittore americano, Premio Nobel per la Letteratura e autore di tanti romanzi di successo, a cominciare da “ll vecchio e il mare”, che gli valse il Pulitzer nel 1953, “Addio alle armi” e “Di là dal fiume e tra gli alberi” che hanno per sfondo anche l’ambiente friulano-veneto nella Grande Guerra e alla fine del secondo conflitto mondiale. Bisognava però aspettare il 1959 per giungere all’autonomia comunale e costruire un Municipio per quella che Hemingway, entusiasta della località di cui aveva intuito la vocazione vacanziera, aveva chiamato la “mia piccola Florida”. E che se la rivedesse oggi sicuramente non la riconoscerebbe più, tanto è stato lo sviluppo in questi decenni.

Il sindaco Fanotto premia Franca Leosini; sotto la Giuria: Villalta, Zannier e Garlini.

Il Comune ha, dunque, 60 anni tondi tondi. E proprio per questo ha voluto istituire un riconoscimento speciale nell’ambito del Premio Hemingway, nato 35 anni fa per rendere omaggio al grande giornalista e scrittore statunitense, e perpetuarne così la memoria. Riconoscimento che il sindaco Luca Fanotto ha consegnato sabato sera nel corso della bella cerimonia tenutasi al Cine City – che sorge appunto dove ai tempi di Hemingway c’era soltanto una distesa di terreni ancora tutti da edificare -, premiando la giornalista Rai Franca Leosini con “Dentro la cronaca, dentro la vita”.
Nel contempo, la manifestazione, curata dal Comune di Lignano Sabbiadoro con la collaborazione di Pordenonelegge, ha assegnato i suoi annuali riconoscimenti all’autore francese Emmanuel Carrère per la Letteratura, alla storica Eva Cantarella per l’Avventura del pensiero, al giornalista Federico Rampini per la sezione Testimone del nostro tempo e al foto-artista Riccardo Zipoli per la Fotografia. E proprio Rampini ha voluto delineare la figura di Hemingway cronista: “Conciso, essenziale, mai banale tanto da dilungarsi nel superfluo, perché, anzi, lui scriveva una bozza e poi, rileggendola, toglieva, toglieva e ancora toglieva. Non era mai prolisso e questo suo modo di scrivere, che andava subito al sodo, dovrebbe insegnare molto anche a tanti giornalisti di oggi”.

La premiazione di Emmanuel Carrère e di Eva Cantarella.

Una cerimonia scandita con tempi veloci, proprio come sarebbe piaciuto a Ernest Hemingway, coordinata dalla conduttrice televisiva Elsa Di Gati che ha intessuto con i premiati un dialogo dal ritmo vivace e coinvolgente. Nel quale sono intervenuti anche il presidente della Giuria Alberto Garlini, nonché regista del Premio, e gli altri suoi componenti, Gian Mario Villalta e Italo Zannier. Osservazioni che hanno spesso suscitato l’approvazione del folto pubblico, espressa con calorosi applausi, anche se ha dovuto “scaldarsi come un diesel” ha detto Sergio Emidio Bini, raccontando che la stessa cosa l’aveva vista la sera precedente all’inaugurazione di “Aria di Festa” a San Daniele. “Ma quando il friulano parte – ha aggiunto l’assessore regionale alle Attività produttive e al Turismo –, allora dà il meglio di sé”. Come questo “Premio che promuove la cultura e, al tempo stesso, fa conoscere una delle perle della nostra regione all’Italia e al mondo”, ha osservato l’esponente della Giunta Fedriga, che ha consegnato i riconoscimenti assieme al collega Graziano Pizzimenti, al presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, e al presidente della Fondazione Pordenonelegge, Giovanni Pavan. “Questa manifestazione – ha osservato ancora Bini – attraverso personalità di spicco nel campo della cultura, della letteratura, della fotografia e del giornalismo, consente di puntare i riflettori sulla città di Lignano e sulla regione tutta. Per noi quindi il Premio Hemingway è un motivo di orgoglio perché, al di là della promozione della cultura, l’iniziativa rappresenta anche un modo intelligente per far conoscere le potenzialità della nostra località balneare: una riviera che fu descritta dall’autore americano quale “Florida d’Italia“. Per tutti questi motivi – ha concluso l’assessore regionale – la Regione continuerà a essere al fianco di questo prestigioso evento per il Friuli Venezia Giulia”.

La premiazione di Federico Rampini e di Riccardo Zipoli.


E’ sceso dunque il sipario anche su questa edizione del Premio Hemingway che, come abbiamo detto, è coinciso con un anniversario particolare e molto importante per la vita istituzionale e per lo sviluppo di Lignano Sabbiadoro che da quasi anonimo paese della costa adriatica si è trasformata in una vera e propria, luccicante città tra mare e laguna, un luogo di divertimento e di vacanze spensierate, amato dai friulani e italiani soprattutto del Nord ma ancora di più dagli stranieri, austriaci e tedeschi in prima fila. Un anniversario che, appunto, ha consigliato di pensare a una edizione speciale per questo momento che da 35 anni ogni estate ricorda il genio letterario di Ernest Hemingway, ritagliandovi l’assegnazione di un Premio “ad hoc” che riportasse alla memoria quell’ormai lontano 1959, che segnò proprio una nuova e determinante fase nella costruzione e nella crescita della modernissima Lignano.

E infine la classica foto-ricordo.

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In copertina, i cinque Premi Hemingway: Eva Cantarella, Federico Rampini, Franca Leosini, Emmanuel Carrère e Riccardo Zipoli.

(Le fotografie sono di Gigi Cozzarin)

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