Un grandissimo Mahler per l’inaugurazione ufficiale, questo pomeriggio, del cartellone musica del Teatro Verdi di Pordenone. “Das Lied von der Erde” (Il canto della terra) è unanimemente considerato il vero capolavoro di Gustav Mahler, nel quale culmina quella sintesi ideale fra Sinfonia e Lied, che aveva occupato il musicista fin dagli anni delle sue composizioni giovanili. L’esecuzione del “Canto della Terra” – definito dallo stesso autore una “sinfonia per voce di contralto, di tenore e grande orchestra”, che riassume in sé l’intera epoca e lo spirito del Novecento – aprirà ufficialmente oggi, alle16.30, la Stagione musicale 2019/2020 del Teatro Verdi, con il debutto a Pordenone della Kärntner Sinfonieorchester, importante realtà musicale della vicina Austria, uno dei Paesi più forti e rappresentativi sul fronte della musica classica e sinfonica.

Annika Schlicht

Nicholas Carter

Un’inaugurazione di Stagione emblematica quella con la massima opera mahleriana: un compositore che ritorna e che già connota una serie di scelte artistiche del Teatro, basti pensare alle residenze pordenonesi della Gustav Mahler Jugendorchester, e che il consulente musicale Maurizio Baglini ha scelto stimolato anche dal diretto interessamento della compagine di Klagenfurt, particolarmente attenta alla programmazione musicale del Verdi.
Quando il sovrintendente di Klagenfurt Florian Scholz ci contattò per collaborare – spiega Baglini – fu per me un esempio concreto di quanto cerchiamo da anni di fare al Verdi: stimolare e aprire collaborazioni con importanti realtà dei Paesi a noi vicini, nel segno di una concreta progettualità mitteleuropea, e offrire così al pubblico un percorso artistico originale, che riesce a sfiorare vette di programmazione al pari delle grandi capitali europee”.
“Das Lied von der Erde” nasce in un periodo particolarmente buio della vita di Mahler: siamo nel 1908 durante un soggiorno a Dobbiaco, quando il musicista e la moglie Alma hanno da poco perso la piccola figlia primogenita Putzi. Il compositore avverte già il presagio di una morte precoce quando un amico gli fa conoscere un libretto di poesie cinesi dell’Ottavo secolo tradotte da Hans Bethge in tedesco. Mahler vi ritrova i suoi stati d’animo, ne seleziona alcune e le mette in musica. Per superstizione e perché crede nell’insuperabilità di Beethoven, non chiama questo lavoro «Nona Sinfonia»: si tratta però di un capolavoro a tutti gli effetti. Mahler non ascolterà mai “Il Canto della Terra”, perché lo tenne in un cassetto: soltanto nel 1911, sei mesi dopo la sua morte, Bruno Walter la dirigerà per la prima volta a Monaco.
Al Verdi l’esecuzione del “Canto della Terra” da parte dell’Orchestra carinziana sarà preceduta dalla Sinfonia n. 44 in mi minore “Trauer-Symphonie” (Sinfonia funebre) di Franz Joseph Haydn. Il dolore e l’addio, ma anche l’energia vitale e la felicità sono la cifra dei due capolavori che il direttore Nicholas Carter presenta al pubblico del Verdi: se la Sinfonia di Haydn traduce in musica gli impulsi del cuore dello “Sturm und Drang”, l’opera di Mahler esprime il male di vivere della cultura occidentale. Sul palco il contralto Annika Schlicht e il tenore Samuel Sakker.


Il concerto è in abbonamento nei percorsi Turchese, Fidelity Musica e Fidelity Musica e Danza.
Info e biglietti al Teatro (apertura oggi  dalle 15) e on-line www.comunalegiuseppeverdi.it.

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In copertina e qui sopra la Kärntner Sinfonieorchester in una foto ufficiale e in un momento di relax.

 

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