di Giuseppe Longo

E’ ancora troppo presto per rimuovere dalla memoria quel triste finale dell’Antighe Sagre des Campanelis dell’anno scorso, anche se va registrato che ora qualcosa di molto positivo si sta muovendo. I tradizionali festeggiamenti sul prato delle Pianelle vivevano infatti le ultime ore, quando improvvisamente – e provvidenzialmente – qualcuno, proprio dalla sagra, aveva scorto che dal vicino Santuario usciva del fumo. Era andata a fuoco – e subito finirono sotto accusa i lumini che i devoti avevano acceso sulla mensa del piccolo altare – la pala di San Valentino, risultata quindi irrimediabilmente distrutta. Fosse accaduto nel cuore della notte, si sarebbe ridotta in un cumulo di macerie fumanti l’intera Chiesa tanto amata non solo dalla gente di Nimis ma anche delle Valli del Cornappo e del Torre, nonché del vicino Rojale, ma pure da migliaia di sposi che dinanzi all’effige della Madonna si sono giurati eterna fedeltà e che, tornati per la tradizionale messa delle coppie unite in matrimonio proprio qui, hanno appunto acceso una fiammella al loro Protettore. Ma per fortuna così non è stato.

Il supporto in legno della tela divorata dal fuoco in settembre.

Ora si avvicinano a lunghi passi i prossimi festeggiamenti settembrini, incentrati sull’Ottavario che culmina con la solennità dell’8 settembre, quando si ricorda la Natività della Vergine Maria. E per quell’occasione l’equipe del restauratore Renzo Lizzi di Artegna – la stessa che recentemente ha riportato al suo splendore il monumentale altare barocco del Duomo – in questi giorni sta lavorando alacremente per almeno circoscrivere i danni di quelle ferite che purtroppo restano insanabili.  La pala, che raffigura San Valentino e i Santi Osvaldo e Niccolò (1786, Giulio Antonio Manin) non ritornerà tale e quale – e questo è evidente -, ma una copia al suo posto ci sarà, grazie alle fotografie che esistevano dell’opera originale. Pure chi scrive, nella stessa giornata, aveva scattato una bella immagine e che pubblichiamo qui a memoria di quanto non c’è più.

La pala di San Valentino distrutta.

L’arciprete di Nimis, monsignor Rizieri De Tina, e il consiglio di amministrazione dell’antica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio si sono dati da fare affinché per il prossimo Ottavario la Chiesa della Madonna torni alla sua bellezza. L’intervento all’altare danneggiato ha consigliato anche una revisione generale del luogo sacro, campanile compreso (per i consolidamenti sono state rimosse le campane), sanando alcuni problemi causati soprattutto dalle infiltrazioni di umidità, unita a una ripulitura dei “familiari” affreschi di Giacomo Monai che lo stesso Lizzi aveva restaurato pochi anni dopo il terremoto, “staccandoli” per prelevare il ciclo antico del Thanner conservato nella comparrocchiale di Santo Stefano e poi ricollocandoli, giustamente, al loro posto. “Presto questa Chiesa così cara agli abitanti di Nimis – ha scritto su “Chei di Nimis” il geometra Aldo Attimis, fabbriciere, cioè esponente dell’amministrazione parrocchiale -, grazie alla maestria di questi bravissimi artigiani del sacro, tornerà allo stato preincendio. Potremo constatare come i lavori di restauro e pulizia, interni ed esterni oltre, che preservarne il valore storico e artistico, restituiranno all’ammirazione dei devoti gli splendidi affreschi del Monai che magnificano la spirituale Figura della Vergine Maria”.

Momenti dei lavori nelle foto pubblicate su Fb da Aldo Attimis.

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C’è un però da rilevare. Come spesso succede, quando ci si avventura in un lavoro, i fondi non bastano, tanto che la Parrocchia non ce la fa a coprire tutte le spese. Per cui è stata lanciata una sottoscrizione attraverso Facebook – l’ha fatto proprio su “Chei di Nimis” Claudio Marchiondelli, autore anche della recente e apprezzata iniziativa di pubblicare sullo stesso gruppo social “In Cunfidenze”, il foglio settimanale di informazione religiosa -, che ha suscitato subito notevole interesse registrando anche le prime offerte, a conferma della nota generosità della gente del paese, molto attaccata ai suoi simboli. E il Santuario delle Pianelle è proprio uno di questi. Per cui si ha motivo di ritenere che per i prossimi festeggiamenti settembrini i lavori in questa bella Chiesa che fonda le sue origini nel 1467, nel luogo che sarebbe stato indicato a due taglialegna del posto dalla stessa Madre di Cristo (l’Apparizione è raccontata dallo stesso Monai sotto il pronao), potranno essere completati. Mandando in archivio quella brutta esperienza di poco meno di un anno fa.

La Chiesa della Madonna in mezzo alla campagna vista da Daniel Longo.

 

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In copertina, un’immagine del Santuario delle Pianelle a Nimis.

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