di Gi Elle

Mentre ieri è sceso il sipario su “Cucinare” alla Fiera di Pordenone, oggi a Milano è l’ultimo giorno della Bit, la Borsa internazionale del turismo. Un appuntamento molto prestigioso al quale bisogna esserci ogni anno, in quanto è proprio lì che si tasta il polso all’importante settore economico. Ed è quello che ha fatto puntualmente la nostra Regione portando come bandiera, nella capitale economica d’Italia, il nostro agroalimentare, protagonista peraltro di successo anche nei tre giorni della esposizione in riva al Noncello.
“I nostri vini, il formaggio Montasio e il prosciutto di San Daniele – ha detto infatti l’assessore regionale al Turismo, Sergio Emidio Bini, che ha illustrato le nuove linee strategiche della promozione del Friuli Venezia Giulia – sono brand che ci hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Ciò significa che i prodotti di questo settore diventano di fondamentale importanza per esportare la nostra immagine al difuori dei confini; pertanto, già in avvio di legislatura, abbiamo deciso di compiere un cambio di strategia portando l’enogastronomia all’interno del vero driver di promozione della regione, ovvero PromoturismoFvg”.
E ora, strategicamente parlando, in Friuli Venezia Giulia si punta a una programmazione triennale dei grandi eventi in regione per aumentare la forza attrattiva dei turisti. Ma, nel contempo, miglioramento della qualità delle strutture ricettive e forte promozione di quei brand che già rendono identificabile il nostro territorio in Italia e nel mondo. Quelli appunto dell’agroalimentare.

Il ministro Centinaio col direttore di PromoturismoFvg Gomiero e lo spazio della nostra Regione alla Bit.

Sono questi per l’assessore Bini le linee guida lungo le quali si deve muovere la Regione per incrementare il già buon numero di visitatori che scelgono come meta dei loro viaggi il nostro territorio. La Regione è presente alla Bit con uno spazio espositivo allestito e coordinato da PromoTurismoFvg, che è stato visitato anche dal ministro del Turismo oltre che delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio: confermata la formula business-to-business intrapresa negli ultimi anni con l’aggiunta, per questa edizione, di un programma di incontri volti a promuovere alcuni dei brand turistici del Friuli Venezia Giulia.
A dare conferma del corretto modo di agire dell’esecutivo è stato anche lo chef stellato Emanuele Scarello, il quale alla Bit, proprio nello stand della Regione, ha evidenziato, durante un incontro presentato da Andro Merkù, che i brand sono gli elementi fondanti della promozione e che su un’isola deserta porterebbe con sè prosciutto di San Daniele e vino friulano.

Lo chef stellato Emanuele Scarello con Andro Merkù nello stand Fvg.


“Fino a poco tempo fa – ha spiegato Bini – c’era la tendenza a focalizzare l’attenzione sulle singole iniziative. Oggi invece il Friuli Venezia Giulia è diventato una grande squadra e grazie a questa unione stiamo continuamente crescendo. Abbiamo superato il traguardo dei 9 milioni di visitatori, ma abbiamo ancora margine di crescita e potenzialità enormi. Per continuare in questa direzione, oltre alla promozione dei brand, dobbiamo investire sulle strutture ricettive; molti milioni sono già stati stanziati per l’ammodernamento, ma ciò deve andare di pari passo con il miglioramento delle infrastrutture”.
C’è poi un altro versante sul quale l’esecutivo sta lavorando per continuare a migliorare l’offerta turistica regionale. Alla presenza di Federico Caner, l’omologo di Bini della Regione Veneto, l’assessore del Friuli Venezia Giulia ha confermato che “si sta portando a termine un progetto di promozione unica delle spiagge dell’Alto Adriatico. È questa una cosa mai fatta in passato e sulla quale si sta sviluppando un forte asse Venezia-Trieste, dal quale abbiamo solo che da guadagnare perché in un’ora di macchina da Venezia si arriva sulle nostre spiagge”.

Sulla scorta di un recente studio realizzato dall’Università Bocconi e presentato qualche giorno fa a Trieste, Bini ha poi ricordato l’importanza che i grandi eventi hanno sull’attrazione turistica. “La Barcolana – ha evidenziato l’assessore – ha un effetto moltiplicatore di straordinario impatto. A fronte di un euro di investimento, il ritorno è pari a 33. Per questo motivo stiamo definendo una rete delle nostre eccellenze, su cui prima c’era una programmazione annuale. A chi organizza grandi eventi vogliamo ora dare garanzia di poter ragionare su un orizzonte temporale di tre anni”.
“La Barcolana si svolge a Trieste, ma rappresenta un evento che è patrimonio di tutto il Friuli Venezia Giulia ed è una ricchezza che va sostenuta. Per questo come Regione lavoriamo al fine di poter dare la possibilità agli organizzatori di realizzare, con le dovute garanzie, una programmazione strategica triennale”, aveva detto Bini proprio l’altro giorno nel capoluogo giuliano durante l’incontro “2689 vele, quanto vale?”, dedicato all’illustrazione dell’indotto economico generato proprio dalla Barcolana sul territorio.
Come ha sottolineato l’assessore, dopo aver ringraziato il presidente della Società velica di Barcola e Grignano Mitja Gialuz per i risultati conseguiti, i numeri dello studio parlano di un evento di grande successo e di significative ricadute economiche testimoniate dall’impatto complessivo di 71,5 milioni di euro. E proprio l’approccio scientifico adottato, basato sull’analisi della ricchezza generata dalla Barcolana – l’anno scorso alla 50ma edizione -, rappresenta secondo l’assessore un corretto metodo di lavoro per sviluppare e far crescere ulteriormente l’evento.

L’assessore regionale Bini con Mitja Gialuz e il direttore Gomiero.

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In copertina, la 50ma Barcolana.

(Foto Regione e profilo Fb Merkù) 

 

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