di Lant Ator

Le note di una fra le composizioni più belle di Davide Liani risuoneranno questo pomeriggio, domenica, nel suo paese natale, Camino al Tagliamento (a due passi da Codroipo), durante il tradizionale “Concerto di San Valentino” che la Corale Caminese ha organizzato e animerà, alle 17.30, nella chiesa parrocchiale.
Ritorna, infatti, l’immancabile appuntamento musicale in occasione della festa che ricorda il giovanissimo vescovo di Terni, martire, oggi universalmente riconosciuto come patrono degli innamorati. Protagonista come sempre l’organo, strumento principe di questo territorio, e appunto il coro diretto da Francesco Zorzini. “E come sempre – annuncia lo stesso gruppo vocale – avremo un organista d’eccezione, quest’anno il maestro Ferruccio Bartoletti, che improvviserà all’organo per una colonna sonora nella proiezione del film kolossal muto ‘Christus’ del 1916 di Giulio Antamoro”. La parte con il coro prevede l’esecuzione di alcune parti tratte dal monumentale “Oratorio pasquale” appunto di Davide Liani, musicista, compositore e direttore di vari Conservatori, nato a Camino nel 1921 e spentosi a Venezia nel 2005. La direzione è affidata come sempre al maestro Zorzini e le voci saranno quelle dei tre soprani della Corale Francesca Espen, Francesca Giavedoni e Lucia Mangiacapra.
“Sono tantissime le attività – ricordano i dirigenti della Corale Caminese, che nel 2018 ha festeggiato i 90 anni – dell’anno appena passato e non sarà da meno quello che abbiamo davanti. Se due monumenti della musica come il ‘Magnificat’ di Monteverdi e la ‘Messa Hotie Christus Natus Est’ di Davide Liani li abbiamo affrontati nel 2018, quest’anno siamo già presi nelle prove di un altro pezzo importante che sveleremo nel concerto di San Valentino”. E per quest’anno si annuncia pure il ritorno del Festival internazionale di canto corale “Cantaecammina”, in programma dal 27 al 30 giugno proprio a Camino al Tagliamento.

La Corale Caminese e il maestro Davide Liani: oggi il ricordo in musica.

La Domenica dei Poveri

E a Sappada comincia proprio oggi il suo famoso Carnevale che ci concluderà domenica 3 marzo. “Una delle tradizioni più caratteristiche di Sappada/Plodn- informa Turismo Fvg -, isola linguistica di matrice tedesca, è il Carnevale (vosenòcht), momento fondamentale in cui rivivono le tradizioni locali e la cultura popolare, in cui si intrecciano ritualità e folclore, occasione di gioco, divertimento e trasgressione. Protagonisti assoluti sono le maschere (letter): per camuffarsi completamente e non farsi riconoscere dai compaesani vengono usate maschere in legno (lòrvn) intagliate da artigiani locali e tramandate spesso di generazione in generazione. I festeggiamenti del Carnevale sappadino si svolgono come un tempo nelle tre domeniche che precedono la Quaresima, dedicate ai tre diversi ceti della società:  la “Domenica dei Poveri” (pèttlar sunntach), in cui si usa vestire abiti dimessi e svolgere i lavori più umili per guadagnarsi da vivere;  la “Domenica dei Contadini” (paurn sunntach) che rievoca gli antichi lavori agricoli;  la “Domenica dei Signori” (hearn sunntach), espressione della classe benestante e occasione di sfoggio dei costumi più raffinati.  Le maschere indossano vestiti appropriati a seconda della domenica e inscenano situazioni divertenti in cui coinvolgono gli spettatori e le persone delle case a cui fanno visita. Tutte parlano in falsetto (goschn) per non farsi riconoscere. Altre giornate caratteristiche del periodo sono: il “giovedì grasso” (vaastign pfinzntòk), in cui si svolge la Sfilata dei Rollate per le vie del paese; il “lunedì grasso” (vrèss montach), giornata dedicata al rollate, la tipica maschera sappadina; il “martedì grasso” (schpaib ertach)”.

Le tipiche maschere del Carnevale che comincia proprio oggi a Sappada.

 

E la “Rosa dell’Isonzo”

Ultimo giorno, oggi, con la “Rosa dell’Isonzo” grande protagonista in questo fine settimana a Gradisca. Da venerdì, infatti, nella cittadina della fortezza c’è la prima Fiera-mercato dedicata all’ormai celebre radicchio invernale, in piazza Unità al centro di invitanti iniziative: degustazioni, show cooking, incontri con i produttori. E altri motivi per fare festa intorno a questo prodotto. Ricordiamo che la “Rosa dell’Isonzo” è un radicchio che viene prodotto nella fertile area che lo storico fiume bagna da Gorizia a Fiumicello ed è coltivata da 23 produttori. La sua nascita ha visto la partecipazione, oltre che degli agricoltori, dell’Istituto tecnico agrario “Giovanni Brignoli” di Gradisca che ha coordinato l’organizzazione e che attualmente si sta occupando della selezione delle sementi, nonché delle tecniche di coltivazione e di forzatura. Anche l’Ersa è coinvolta con attività di ricerca e sviluppo. Il radicchio viene seminato in pieno campo ad agosto e lasciato crescere fino a novembre. Dopo le prime brine, viene raccolto e portato in “forzatura” ovvero in luogo caldo e buio, in modo da stimolare la crescita della “rosa”. Proprietà? Ha molte caratteristiche benefiche, contiene poco azoto e rappresenta un ottimo alimento invernale.

La “Rosa dell’Isonzo” anche oggi invita i buongustai a Gradisca.

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In copertina, intagliatore di maschere tradizionali al lavoro a Sappada.

(Foto Sappada.info e Turismo Fvg)

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