di Gi Elle

Giunse a Grado agli inizi del secolo scorso, quando l’isola faceva ancora parte dell’Impero asburgico: gli anni in cui la cittadina balneare vide la sua nascita come località turistica e termale. Era il dottor Maurizio Oransz, medico chirurgo che operò fra i “graisani” per lunghi anni, ma nel 1943, poco più di due mesi dopo il famoso  Armistizio dell’8 settembre, fu catturato, perché di origine ebraica, e internato, assieme alla moglie, nel più importante Lager nazista, dove la coppia trovò la morte. E domani, sabato, la comunità isolana gli renderà omaggio.
Sono infatti due le importanti iniziative organizzate dal Comune di Grado per celebrare il “Giorno della Memoria” che, come è noto, ricorre il 27 gennaio. La prima si terrà appunto domani con inizio alle 11 nella sala consiliare del municipio, in piazza Biagio Marin, con i saluti delle autorità (interverranno, tra gli altri, il sindaco Dario Raugna e l’assessore alla cultura Sara Polo). A seguire, verrà deposta una corona d’alloro nei vicini Giardini Oransz (si trovano in fondo al viale Europa Unita, dove comincia viale Dante Alighieri), intitolati proprio a memoria dei coniugi Sofia e Maurizio Oransz che furono internati nel campo di concetramento di Auschwitz, in Polonia, dove morirono.

La targa che ricorda i coniugi Oransz.

Ma chi era il dottor Maurizio Oransz? Ci viene in aiuto l’interessante sito isolano “Sussurri delle Cube”, sul quale leggiamo testualmente: “Giunto a Grado nel 1905, costruì la Casa di Cura-Albergo “Alla Salute” inventandosi una tubatura di captazione dell’acqua di mare dalla poco lontana Diga al suo Albergo, proponendo in maniera assolutamente pionieristica le prime cure termali in acqua di mare. Volle ingentilire l’aspetto dell’area antistante la casa costruendo a sue spese un giardino dotandolo di un grande barometro e di una tabella con le ore di varie capitali europee per sottolineare la vocazione internazionale di Grado. Essendo medico chirurgo – scrive ancora l’autore del blog Ennio Pasta, assistette malati poveri sempre senza mai chiedere compensi e da imprenditore di lungo corso trattò il suo personale sempre con grande correttezza e magnanimità. Con sua moglie Sofia fu prelevato dai nazisti a Grado nel novembre 1943 in quanto ebreo, internato ad Auschwitz, dove fu purtroppo trucidato”.

Ecco com’era la Casa di Cura-Albergo “Alla Salute”.

Quindi, lunedì, alle 11, all’auditorium Biagio Marin avrà luogo invece uno spettacolo teatrale dedicato alle scuole, in particolare agli studenti dell’Isis Pertini Scuola alberghiera di Grado (saranno presenti 70 alunni con i loro insegnanti), dal titolo “Dal campo di calcio ad Auschwitz – Storia di un allenatore ebreo e della sua famiglia”, incentrato sulla figura di Arpad Weisz.
Weisz è un buon giocatore di calcio e uno dei più grandi allenatori. Nel 1938 “il miglior mister che c’è in circolazione” è conteso dalle squadre più titolate del campionato italiano. Il suo Bologna quell’anno è primo in classifica, ma Arpad, ebreo ungherese, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, deve lasciare assieme a tutta la famiglia il lavoro e l’Italia. Poco dopo viene però raggiunto, e la sua famiglia divisa. La moglie e i figli vengono deportati ad Auschwitz dove troveranno la morte nelle camere a gas di Birkenau, mentre Arpad viene assegnato ad un campo di lavoro dell’Alta Slesia. Rimane in vita per altri quindici mesi, fino a trovare la morte, per freddo e per fame, ad Auschwitz.  Il racconto teatrale è scritto e interpretato da Davide Giandrini. Al pianoforte Giovanni Rosina.

“Ogni anno – spiega l’assessore Sara Poloproponiamo occasioni di riflessione per gli studenti delle scuole di Grado. Lo scorso anno abbiamo proposto uno spettacolo teatrale sul tema delle Foibe per la Giornata del Ricordo e, visto l’alto gradimento da parte di insegnanti e alunni, abbiamo deciso di proporre un nuovo spettacolo, stavolta incentrato sul Giorno della Memoria. Bisogna imparare dagli errori del passato: solo così potremo aspirare a un futuro migliore, formato da nuove generazioni consapevoli ed educate al rispetto nei confronti del prossimo. Inoltre, siamo già all’opera per predisporre la sistemazione di alcune pietre d’inciampo che inaugureremo in occasione del Giorno della Memoria del 2020.

Il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.

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In copertina, Sofia e Maurizio Oransz.

(Foto storiche tratte dal blog “Sussurri delle Cube”)

 

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