di Giuseppe Longo

Doveva essere la giornata dell’importante e atteso annuncio: l’accordo per la Ribolla gialla c’è e la proposta di disciplinare può partire per Roma. Invece no, stamani alla consegna del “Risit d’Aur” a Damijan Podversic proprio per il suo impegno nel rilancio sul Collio – Monte Calvario, sulle colline appena fuori Gorizia, oltre il fiume Isonzo – Giannola Nonino non potrà comunicare alla folta platea di ospiti riunita, tra gli alambicchi fumanti, nella distilleria a Ronchi di Percoto, che l’auspicio contenuto nella motivazione del Premio ha fatto centro e il Friuli potrà così aspirare alla possibilità di poter beneficiare della speciale tutela fin dalla prossima vendemmia.

Infatti, la Barbatella d’oro viene consegnata a Podversic – nel corso della cerimonia che comincerà  alle 11 (anche quest’anno sarà possibile seguire in diretta l’assegnazione dei Premi attraverso il live streaming dal sito grappanonino.it dalle ore 12.15) – proprio con la speranza che per questa storica varietà, tutta nostra, si arrivi alla svolta ricercata ma, evidentemente, sofferta: “A Damijan Podversic – ricordiamo ancora una volta la motivazione –per aver dato appassionato impulso alla coltivazione della Ribolla gialla, antico vitigno autoctono del Friuli Venezia Giulia, e avviato l’iter per il recupero di terreni vocati alla viticultura e abbandonati dal 1940 sul Monte Calvario nella provincia di Gorizia. Il suo lavoro rappresenta simbolicamente una straordinaria occasione di ricerca e una delle espressioni più genuine del mondo vitivinicolo regionale. L’assegnazione del premio vuole anche essere un appassionato appello ai vignaioli della Regione affinché – si sottolinea accoratamente – trovino l’accordo sul disciplinare di produzione per ottenere al più presto la Doc. per la Ribolla gialla che ne garantisca la produzione esclusivamente per il territorio del Friuli Venezia Giulia”.

Grappoli di Ribolla gialla.

Invece niente di tutto questo, di un’intesa ancora non c’è traccia! Per cui è innegabile che sulla festa di Percoto cali un velo di delusione. Come abbiamo riferito l’altro giorno, nel vertice di lunedì in Regione ore di discussioni inconcludenti fra gli interessati al provvedimento non hanno portato a nulla, cosicché la tela pazientemente tessuta da Adriano Gigante in settimane se non mesi di trattative si è praticamente dissolta richiedendo un supplemento di approfondimenti e riflessioni. Pur sapendo che ogni ulteriore ritardo è molto rischioso perché il pericolo di perdere anche il nome di questo vino come avvenne per il Tocai friulano non è per nulla remoto.

Dopo essersi a lungo confrontati sui vari argomenti in discussione – e pare che quello dei massimali di produzione sia stato determinante per inchiodare il dibattito – è dunque di nuovo “punto e a capo”. Tutto da rifare? Speriamo di no – comunque non invidio chi deve continuare a trattare -, anche se dovrebbero essere rimasti in piedi proprio i nodi più scottanti, tra cui anche il nome da indicare per questo vino al resto d’Italia. Ma il problema dei problemi pare che sia proprio quello delle rese,  vale a dire quanto si può “spremere” da ogni vigneto di pianura, perché in collina questo problema non si pone. Ma, mi scusino gli “attori” in campo: vogliamo fare della Ribolla gialla – soprattutto spumantizzata – una copia del Prosecco (e qui il riferimento non è alle meravigliose ed “eroiche” colline di Valdobbiadene e Conegliano, che mi ricordano quelle del mio Ramandolo, bensì alle centinaia di quintali per ettaro “divorate” dalle vendemmiatrici meccaniche!) o un prodotto di qualità che si piazzi bene sul mercato e faccia fare bella figura a chi lo propone e quindi all’intero Vigneto Fvg?

C’è proprio da sperare che questa pausa di riflessione sia utile a trovare finalmente la “quadra”, limando un po’ qui e un po’ là come si faceva negli anni della Prima Repubblica tanto vituperata, ma in cui la politica era politica. E che proprio il clima di delusione che oggi si respirerà tra gli alambicchi di Percoto – quelli che distillano anche le vinacce di Ribolla gialla – sia di stimolo a ridimensionare certe pretese e a mettere quella benedetta firma sulla proposta di disciplinare. Siamo a fine gennaio e ogni giorno perduto è pericoloso. I mesi, come sappiamo, passano in fretta e più ci si dilunga in chiacchiere inconcludenti, rivendicative ed ennesimo segnale di un campanilismo atavico di cui le nostre campagne ne sanno qualcosa, più si allontana la possibilità di avere la Ribolla Doc – targata Friuli Venezia Giulia– dalla vendemmia 2019. Roma non può attendere!

La cantina di Damijan Podversic.

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In copertina, il viticoltore Damijan Podversic, premio “Risit d’Aur 2019”.

(Foto dal sito dell’Azienda: autori MASSIMO CRIVELLARI, FERDINAND NEUMÜLLER, JASMIN PODVERSIC, MARTINA FRANCO)

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