di Giuseppe Longo
Ieri Gorizia ha festeggiato il primo secolo di vita della Società Filologica Friulana. Ma Cecilia Seghizzi era nata ben 11 anni prima, il 5 settembre 1908, quando la città e tutto l’Isontino facevano parte dell’Impero asburgico e nulla faceva presagire il suo ormai vicino tramonto. Ma ora la sera è calata anche sulla lunghissima giornata della decana della musica del Friuli Venezia Giulia che se ne è andata in punta di piedi, alla straordinaria età di 111 anni, proprio nel giorno in cui si ricordava la Santa di cui portava il nome, Patrona di tutti i musicisti. E quindi anche di Cecilia che, figlia di Cesare Augusto Seghizzi, ha dedicato tutta la vita alle sette note.
Evidentemente, fu proprio la figura paterna a “contagiare” la figliola con l’amore per la musica. Cesare Augusto Seghizzi – nel cui nome Gorizia organizza ogni anno un importante Concorso corale internazionale -, era infatti compositore e maestro di cappella, e a lui si devono importanti elaborazioni del canto popolare in Friuli. E la giovanissima Cecilia s’innamorò del violino, strumento con il quale si diplomò a pieni voti al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, allora come ora, uno fra i più prestigiosi d’Italia.
Rientrata in Friuli, Cecilia Seghizzi impostò la sua esistenza proprio sulla musica, alternando l’insegnamento con un’intensa attività concertistica, dedicandosi però nel contempo pure all’arte pittorica. Animata da grande passione per lo studio, si volle dedicare anche alla composizione, diplomandosi al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste sotto la guida del maestro Vito Levi, che fu allievo prediletto del grande musicista Antonio Smareglia, istriano come il padre. E tantissime, e di pregio, sono le composizioni, dedicate soprattutto alla musica corale, che Cecilia Seghizzi oggi lascia in eredità a Gorizia e alla sua amata terra friulana. Che pertanto le devono riconoscenza.
—^—
In copertina, una bella immagine di Cecilia Seghizzi, spentasi a 111 anni.
Views: 87