di Giuseppe Longo

Questa dovrebbe essere la settimana decisiva per mettere la parola fine alla questione della tutela della Ribolla gialla. Ma affinché lo sia davvero, e non si perda ulteriore tempo in chiacchiere e diatribe fin troppo lunghe e inconcludenti, ieri a Mortegliano si è brindato proprio con le bollicine ottenute da questa varietà autoctona. E i calici sono stati alzati, primi fra tutti, dall’assessore regionale Stefano Zannier e da Paolo Valdesolo. L’occasione? La bella festa, al ristorante “Da Nando”, per il pensionamento dell’enologo che ha riunito, con i suoi familiari, numerosi amici, fra i quali esponenti di spicco del settore vitivinicolo friulano. Quello che ha visto Valdesolo, vicentino di origine, spendere i migliori anni della sua vita professionale, avendo praticamente, dopo il diploma alla Scuola enologica di Conegliano, vissuto sempre in questa regione, della quale si è innamorato divenendone un convinto e appassionato alfiere.

L’assessore con Rizzi, Fabbro e Valdesolo; gli auguri di Claudio Fabbro fra Rizzi e Trinco.

Un auspicio, dunque, quello per la Ribolla, espresso dal titolare delle Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia che, tra un impegno e l’altro, nella giornata conclusiva di Agriest 2019 è riuscito a ritagliare un’oretta per fare un salto proprio a Mortegliano a festeggiare l’amico Valdesolo, per il quale questo momento significa l’inizio di una nuova esperienza umana e professionale, tra cui quella della comunicazione su Telefriuli. Un nuovo capitolo, insomma, dopo gli intensi anni trascorsi all’azienda Pighin di Risano, durante i quali però Valdesolo non ha trascurato l’impegno a favore della categoria, sia attraverso la sua presenza negli organi associativi a livello regionale e nazionale, sia con il coordinamento per lungo tempo della impegnativa attività di degustazione dei vini. Applausi e auguri dunque da parte di tutti, espressi attraverso le parole, non solo dell’assessore Zannier, ma anche del presidente di Assoenologi Fvg, Rodolfo Rizzi, del suo predecessore Stefano Trinco, e di Claudio Fabbro, “voce” dei tecnici della vite e del vino.

La Rosa di Gorizia.

Una “sfilata” di vini ovviamente prestigiosi per brindare alla nuova vita di Paolo Valdesolo: dopo il calice di benvenuto con lo splendido Brut Metodo Classico dei Vigneti Pittaro e la storica Ribolla gialla di Manlio Collavini – cioè colui che ha aperto la strada alla spumantizzazione di queste uve -, ecco il Capo Martino 2016 di Jermann e quindi la deliziosa Ribolla gialla “ferma” o tradizionale che dir si voglia di Fabian Music, viticoltore del Collio. E i rossi? Un Merlot 2003 Brandolini d’Adda delle Grave del Friuli e niente meno che un Tignanello 1997 -1998, grande toscano di Casa Antinori. Per concludere una sinfonia di aromi e profumi con il Ramandolo Docg 2016 de I Comelli di Nimis per accompagnare i biscottini alle mandorle e la classica torta beneaugurante. Ma, prima, tutti gli altri vini avevano fatto ottima compagnia all’ottimo menù preparato dalle cucine dei fratelli Uanetto. Con la famosa “Blave di Mortean”, c’erano anche due radicchi di stagione: il Tardivo di Treviso e la Rosa di Gorizia. Come dire, le origini venete e poi la vita friulana di Valdesolo. Che ora appunto si apre a un nuovo e parimenti importante capitolo. Tanti auguri, caro Paolo!

Infine, Paolo Valdesolo con Fabiana Romanutti di Qb e con Ivan Uanetto.

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In copertina, Paolo Valdesolo brinda con la Ribolla gialla assieme a Zannier e Rizzi.

 

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