di Carlo Morandini

Un tassello importante del mosaico che ha contribuito a fare la storia dell’appeal di Lignano Sabbiadoro e della Riviera friulana, dagli anni del boom fino ai nostri giorni, se n’è andato: è scomparso dopo una lunga malattia il maestro gelatiere Giorgio De Pellegrin. Malattia che due anni fa, dopo 51 anni di attività, l’aveva costretto suo malgrado a lasciare un mondo al quale aveva saputo dare molto. Che è quello del gelato artigianale. I funerali sono stati celebrati ieri a Sacile, nella Chiesa di Sant’Odorico.

Nato a Vittorio Veneto il 9 ottobre del 1943, da una famiglia di gelatieri che era originaria della Val Zoldana – e che aveva “esportato” la propria attività di pregio a Zara, in Dalmazia, trasferendovi un’arte dei mestieri del freddo che poi si sarebbe sviluppata arrivando fino ai massimi livelli internazionali, facendo conoscere il piacere del gelato alle migliaia di turisti che raggiungevano le coste adriatiche -, Giorgio aveva arricchito la propria esperienza in Germania, assieme al fratello Arturo. Con il quale, a partire dal 1967 aveva sviluppato le Gelaterie De Pellegrin a Lignano Pineta, con il laboratorio in via Giardini, tuttora seguito da Arturo, da sua moglie Nadia e dal figlio Andrea, e lungo il ‘treno’ di Pineta. Dove per quarant’anni con la moglie Nella, e i figli, ha voluto trasmettere il sapere dell’arte gelatiera a grandi e bambini. Gettando le basi per una nuova cultura dell’alimentazione, della quale anche il gelato artigianale fa parte. Giovandosi, nel laboratorio e nella gelateria di Pineta, delle macchine e attrezzature che hanno seguito la crescita del gelato italiano e internazionale. E che ancor oggi il nipote Andrea, assieme ad Arturo e Nadia, utilizzano per proseguire una tradizione giunta alla quarta generazione di gelatieri.

Giorgio De Pellegrin, che è scomparso a Sacile, città dove risiedeva eccetto che nella stagione balneare, era arrivato ai vertici della categoria a livello nazionale. E aveva partecipato a numerose trasmissioni televisive su Rai 1. Vincendo concorsi internazionali di gelato, ideando gusti nuovi che sarebbero entrati a far parte del caleidoscopio di sapori dell’arte del gusto italiana. Mantenendo sempre quel tratto signorile, la grande dignità, ma anche umiltà nel voler apprendere le innovazioni che potevano essere interpretate per far crescere il gelato. Come ha sempre insistito, il gelato dev’essere realizzato con basi naturali. E, per questo, il primo elemento di riscontro per i consumatori è visivo: il colore della menta non può essere verde acceso, il succo di limone non è giallo e così via. Utilizzando prodotti del territorio, dal pistacchio di Bronte alla liquirizia della Calabria, dal Figo moro di Caneva al Prosecco. Una filosofia che ha sempre condiviso con il fratello Arturo e che ora il nipote Andrea persegue in via Giardini.

Al cordoglio degli amici e dei tanti degustatori ai quali Giorgio ha insegnato in tanti anni ad assaporare il gelato artigianale, si è unito quello della categoria, espresso dal presidente nazionale per Confartigianato, Giorgio Venudo. Il quale ha voluto rimarcare la traccia indelebile lasciata da Giorgio De Pellegrin, non soltanto nella Lignano che tanto amava, ma a livello nazionale e internazionale: quella della qualità. Un messaggio che deve essere raccolto e messo in pratica anche dalle nuove generazioni di gelatieri.

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In copertina e qui sopra Giorgio De Pellegrin: addio al maestro gelatiere di via Giardini a Lignano Pineta.

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