di Giuseppe Longo

“No, qui non si tratta di salvare il vitigno, bensì di tutelare il vino ottenuto con la sua uva”. Parola di Bruno Augusto Pinat, vivaista di Perteole dove conduce l’azienda fondata dal padre Mario –  il patriarca, 88 anni, portati a meraviglia – e componente del Comitato nazionale di Coordinamento per la Certificazione della Vite del Ministero per le Politiche agricole. L’ex presidente dell’Ersa entra, infatti, nel vivace dibattito sulla questione Ribolla gialla di cui si parla diffusamente in questi giorni, tanto che i prossimi, come si spera, dovrebbero essere quelli utili per mettere fine alle estenuanti trattative su un testo condiviso da inviare a Roma.

Bruno Augusto Pinat e il padre Mario, “patriarca” dei vivaisti del Friuli.

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Pinat, che è titolato ad “accompagnare” la pratica nella Capitale, vuole infatti sgomberare il campo da un equivoco di fondo. Cioè non siamo di fronte a un altro caso Schioppettino – la “cugina” Ribolla nera di Prepotto – salvato da morte certa grazie alla coraggiosa iniziativa, nei primi anni Settanta, della famiglia Rapuzzi di Cialla, sostenuta moralmente dall’attribuzione del primo “Risit d’Aur” istituito dalla distilleria Nonino di Percoto, appena consegnato nella edizione 2019 a Damijan Podversic per il rilancio proprio della Ribolla gialla su terreni abbandonati del Collio goriziano. Il vitigno è vivo e vegeto, e prospera così bene che gli impianti sono aumentati e stanno ancora aumentando perché la Ribolla spumantizzata riscontra crescente apprezzamento fra i consumatori, ritagliandosi una fetta di mercato molto interessante accanto al Prosecco. Siamo invece alla vigilia – se non si trova il tanto ricercato accordo – di un altro caso Tocai friulano.

– Pinat, cosa sta avvenendo nel Vigneto Fvg?

“Si parla tanto, di questi tempi, di salvare la Ribolla! Questo è lo slogan oggi di moda. Chi però non è un tecnico vero,  parla a sproposito in quanto il termine esatto non dovrebbe essere salvare la Ribolla, vitigno iscritto al Registro Nazionale Vite, codice numero 208 – Ribolla Gialla B. – sinonimi Rabuele, Ribolla, Rebula, ma tutelare in esclusiva il vino che ne deriva”.

– Allora, qual è la strada da seguire?

“Semplicemente facendo istanza al Ministero delle Politiche Agricole, Comitato Nazionale difesa Piante, di richiesta di inversione tra la varietà Ribolla Gialla B. ed il sinonimo Ribuele che diventerebbe varietà di vite per fare in modo che il diventato sinonimo, Ribolla Gialla B., possa essere concesso solamente per i vini prodotti in Friuli Venezia Giulia. Percorso non semplice, ma su cui mi sono già impegnato a lavorare per portarlo ad una conclusione positiva”.

– Una sorta di stratagemma, insomma…

“Questo deve essere il vero obiettivo: tutelare il vino in quanto la vite, patrimonio collettivo, gode già di ampia protezione”.

– E poi?

“Raggiunto questo importante traguardo, le denominazioni geografiche che annoverano questa tipologia di vino, come Collio e Colli orientali, potrebbero, già dalla prossima vendemmia, mettere sul mercato un prodotto ampiamente tutelato.  Vi sembra poco? Le altre denominazioni di origine potrebbero inserire la varietà nei loro disciplinari, oltre che nella Doc Friuli”.

Bei grappoli di Ribolla gialla.

– Ma la trattativa non si è arenata su massimali e rese per ettaro?

“Resta, infatti, ancora aperto il nodo delle produzioni: 180 quintali di uva per ettaro per i vini frizzanti o spumanti (già concordato), 130/140 quintali per il vino fermo (oggetto di discussione)”.

– Mi pare troppo per il vino fermo. O no?

“E’ il principale nodo da sciogliere”.

– Tutto qui?

“No. Non ho sentito ancora parlare del numero minimo di ceppi per ettaro, punto fondamentale per una produzione di qualità. Quindi credo che, fissare una densità di almeno 3.600 piante per ettaro, sia molto più importante che dividersi sui dieci quintali oggetto di forte discussione e soprattutto dare un bel segnale al mercato. Saranno poi i nostri produttori, in base ai propri obiettivi enologici, a decidere come gestire al meglio la produzione del loro vino”.

– E allora cosa diciamo ai viticoltori?

“Auspico che prevalgano il senso di responsabilità e la sensibilità di raccogliere questa importante opportunità che il nostro Vigneto Friuli deve perseguire. Quindi, per cortesia, fate presto: guai perdere questo treno, non tornerà a passare!”.

Sarà, dunque, accolto l’appello di Bruno Augusto Pinat? Lo vedremo nei prossimi giorni, al nuovo “tavolo verde” che, se un’intesa continua a tardare, può diventare rischioso, dicevo alcuni giorni fa, come quello del casinò. E sarebbe un vero peccato che pure questa occasione ci sfuggisse di mano. Come avvenne, appunto, per il Tocai.

Un giovane vigneto di Ribolla a Prepotto, sui Colli orientali.

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In copertina, barbatelle nei vivai Pinat a Perteole, in Comune di Ruda.

 

 

Vino e birra, a Villalta
cinque abbinamenti

Wine vs Beer, cioè vini a confronto con le birre: è quanto propone una interessante iniziativa in programma sabato prossimo, a Villalta di Fagagna. Sicuramente avrete sentito parlare dell’importanza di abbinare il vino giusto per ogni piatto. Ma sapete che ci sono anche delle regole per abbinare i vari tipi di birra? Se volete scoprire i segreti dell’arte dell’abbinamento, azzardando nuovi accostamenti, ecco una bella e invitante proposta: un’esperienza informale, divertente e interattiva con esperti di vini e birre friulane nella cornice dell’azienda del Poggio. Alle 17, in via San Clemente 1, Cristina, la titolare dell’azienda, e Giovanni, coinvolgente animatore del vino, accoglieranno gli ospiti e li guideranno durante le degustazioni. Verranno svelati loro tanti trucchi e curiosità su come abbinare il vino e la birra: dall’antipasto al dolce. L’evento pomeridiano della durata di circa quattro ore consisterà di due parti: la prima dedicata alle degustazioni, la seconda a un’appassionante sfida con omaggio finale personalizzato. Chi vincerà? I partecipanti potranno vivere un percorso sensoriale composto da cinque proposte gastronomiche da abbinare a tre vini e tre birre per iniziare a educare il loro palato. Vari antipasti, una pietanza a sorpresa e naturalmente anche dolci.  Prezzo: 70 euro. Info e prenotazioni: info@vinoesapori.it tel. +390432611401 oppure +393804725486. Il tour successivo è previsto per il 16 febbraio con una degustazione alla cieca al Castello di Rubbia. Divertimento assicurato con Di Punto in Blind. Anche questo progetto è realizzato da Vino e Sapori Fvg, con la collaborazione del Movimento turismo del vino della nostra regione (www.vinoesapori.it).

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