di Giuseppe Longo
TARCENTO – Chi venerdì, a Tarcento, noncurante della serata piovosa, aveva deciso di uscire di casa e di andare a Palazzo Frangipane per assistere a una pagina sulla Grande Guerra portata in scena da Dino Persello, non è rimasto deluso. Tutt’altro, ha avuto la possibilità di partecipare a un’ottima occasione di approfondimento storico-culturale, che è stata apprezzata da una “rotonda” gremita che ha ringraziato il regista-attore con generosi applausi, estendendoli ovviamente ai suoi bravi collaboratori, a cominciare dal giovanissimo pianista Teo Luca Rossi, il quale ha intercalato con originali stacchi musicali – composti per l’occasione da Gian Nicola Vessia, che ha ripreso, reinterpretandoli, anche diversi motivi della tradizione friulana – l’efficace monologo di Persello, proposto mentre sullo schermo scorrevano le significative immagini storiche selezionate da Andrea Bavecchi.
Persello e Rossi durante l’applaudita rappresentazione a Tarcento.
Applausi dunque a Dino Persello, ma indirettamente – perché scomparso da parecchi anni – anche all’autore del breve racconto (poco più di un’ora di spettacolo, sempre intenso e senza alcun calo di interesse) di Domenico Otmar Muzzolini, conosciuto da poeta come “Meni Ucel”, nome derivato dalla borgata di Billerio in cui era nato, e autorevole esponente di “Risultive”. All’epoca della Grande Guerra lo scrittore – in sala c’era il nipote Bardo, figlio di un fratello, che si è complimentato per l’ottima iniziativa con il Comune e con lo stesso Persello – era ancora bambino, ma quegli eventi l’avevano così colpito e impressionato che, diventato grande, ha voluto rievocare quegli anni di miseria, di tristezza e di profuganza, addirittura nella lontana (per l’epoca, ovviamente) Toscana. Infatti, quando scoppiò il conflitto, che segnò un vero e proprio stravolgimento dei connotati dell’Europa, e quindi anche di questo quadrante di un’Italia ancora giovanissima, della quale una significativa area faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico, Otmar Muzzolini aveva appena sette anni, essendo venuto alla luce nel 1908, appunto nella vicina frazione di Magnano in Riviera. Ed è quella di un bambino di quell’età che “Meni” ha voluto raccontare intitolando appunto il suo scritto “La mia guerra del ’15”, fornendo l’occasione a Dino Persello di proporla in prima assoluta a Tarcento, in una serata purtroppo uggiosa ma che valeva la pena di vivere.
Parla il sindaco Mauro Steccati.
Molto apprezzata dunque l’iniziativa della civica amministrazione, attraverso il suo assessorato alla Cultura retto da Beatrice Follador. La rappresentazione è stata conclusa dai saluti del sindaco Mauro Steccati, che l’aveva anche aperta facendo gli onori di casa nello storico palazzo municipale. E il primo cittadino – che fu anche alla guida del vicino Comune di Magnano, quello appunto di Otmar Muzzolini -, oltre a complimentarsi con i protagonisti, e quindi in primo luogo con il bravo e appassionato Dino Persello, ha sottolineato quanto sia stato importante organizzare questa iniziativa a ridosso del centenario della Grande Guerra, rilevando analogie tra quel periodo storico e l’attuale. Anche perché, seppure qui di guerre non ce ne siano state fortunatamente da oltre settant’anni, ben altre contrade del mondo continuano purtroppo ad essere insanguinate. Perché la storia, pur essendo maestra di vita, non sempre riesce ad insegnare abbastanza, per cui l’Uomo continua a ricadere nei suoi errori. Ed orrori.
Un settore del folto pubblico.
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In copertina, Persello e Rossi ai saluti finali presenti il sindaco Steccati e Bardo Muzzolini, nipote dell’autore.
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