di Gi Elle
Due intensi lavori teatrali in programma oggi a Tarcento e a Trieste: si va dalla tragedia della Grande Guerra di un secolo fa alle delicate tematiche della vecchiaia. Ecco pertanto di cosa si tratta.
C’è grande attesa a Tarcento, ma non solo, per la prima assoluta de “La mia guerra del ‘15”che Dino Persello, attore e regista, porterà in scena questa sera interpretando un racconto del poeta e scrittore friulano “Meni Ucel”, al secolo Domenico Otmar Muzzolini, nato a Billerio nel 1908 e morto a Felettano nel 1987, autorevole voce di “Risultive”. L’appuntamento è alle 20.45, a Palazzo Frangipane, storica sede del Comune di Tarcento, che ha organizzato con il suo assessorato alla Cultura la promettente serata culturale. Le musiche originali di Gian Nicola Vessia sono eseguite al pianoforte da Teo Luca Rossi; le fotografie sono invece a cura di Andrea Bavecchi. L’ingresso è libero.
Ma ecco un’anticipazione dello spettacolo con le parole proprio di Dino Persello. “Domenico Otmar Muzzolini – spiega – era un artista fantastico: dipingeva, scolpiva, incideva, ma la sua “penna” era quanto di più elegante si potesse immaginare. Tante le pubblicazioni, tutte di successo, tanti i riconoscimenti a questo nostro poeta che aveva nella sua “satira” una energia sconfinata. Nella seconda metà del secolo scorso “Meni” infatti era considerato il miglior scrittore satirico in Friuli, e uno fra i primi cinque in Italia. Grande uomo del nostro Novecento, nel ’15 aveva sette anni e quando da “grande” scrisse questo suo racconto, ne fece uscire una composizione affascinante con colori, sfumature ed emozioni incredibili. Alla prima lettura – racconta ancora l’autore dell’importante lavoro teatrale -rimasi conquistato da genuinità, candore, e alta particolarità narrativa, divorai il libricino regalatomi da Mauro Steccati, Sindaco di Tarcento, con suggestioni toccanti. Con tali contenuti, vissuti con gli occhi e la sensibile curiosità di un bambino, ti ritrovi a vedere un film esclusivo, dove i fotogrammi che ti scorrono uno dopo l’altro sono limpidi “quadri” di una considerevole storia di vita. Ecco quindi la decisione di trasformarlo in un racconto teatrale sia per l’estrema originalità descrittiva, che per la peculiarità del protagonista “bambino” di fronte ad un tragico evento, la Grande Guerra che si sarebbe apprestato ad attraversare”.
Dino Persello
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A Trieste la vecchiaia
raccontata dai Giordana
A Trieste, si rinnova il progetto di collaborazione tra l’Associazione de Banfield e il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia affiancati anche quest’anno sul delicato tema della vecchiaia e delle fragilità con l’intento di fare del teatro un momento concreto di sensibilizzazione sociale. Mentre sono in corso al Politeama Rossetti fino al prossimo 10 novembre le repliche del nuovo, fortunato allestimento del celebre testo di Furio Bordon “Le ultime lune”, gli attori protagonisti in scena, Andrea Giordana, Galatea Ranzi e Luchino Giordana, l’autore, il direttore Franco Però e i vertici dell’Associazione che da oltre trent’anni è in prima linea nel sostegno e l’ascolto delle persone anziane, incontrano il pubblico e la stampa nel pomeriggio di oggi, alle 17.30, nella sede dell’Associazione De Banfield di via del Lavatoio 4. L’iniziativa di collaborazione, già attiva dalla sera del debutto dello spettacolo, vede la presenza nel foyer dei volontari dell’associazione per dare la possibilità ai triestini di conoscere l’impegno portato avanti dalla De Banfield e, contestualmente, accogliere le donazioni del pubblico che desidera offrire il proprio aiuto alle tante attività dell’associazione.
Il capolavoro di Furio Bordon ha debuttato nel 1994 con un’interpretazione di Marcello Mastroianni entrata nella leggenda teatrale. Sono seguite altre edizioni, sia teatrali che radiofoniche e televisive, con riallestimenti continui e di grande successo anche all’estero. Il testimone è passato ad Andrea Giordana: è lui adesso l’anziano professore al centro della commedia, a lui il compito di far rivivere in scena un personaggio tanto toccante e una tematica tanto vicina alla sensibilità di ciascuno. Una figura capace di far riflettere, sorridere e andare a toccare nervi scoperti nel suo rapporto con il figlio (Luchino Giordana, figlio anche in arte) e con il ricordo della moglie (l’intensa Galatea Ranzi) morta tanti anni prima, ma con cui non smette di tenere una tenera, immaginaria conversazione .“Le ultime lune”, assieme a “La notte dell’angelo” e a “Un momento difficile” – tutte opere di Furio Bordon che da tempo è molto vicino all’operato dell’Associazione De Banfield – compongono una trilogia che ruota intorno al nodo emozionale delle età più deboli, gli anni in cui l’individuo è più vulnerabile. L’ingresso all’incontro è libero.
Andrea e Luchino Giordana, e Galatea Ranzi ne “Le ultime lune”.
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In copertina, sfollati mentre lasciano la propria casa durante la Grande Guerra di un secolo fa.
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