(g.l.) Ormai si sta avvicinando sempre più il Concorso mondiale del Sauvignon che si terrà a Udine nei primi giorni di marzo – esattamente dall’8 al 10, mentre i risultati saranno proclamati il 17 – e che quindi sarà ospitato dal Friuli Venezia Giulia per la seconda volta in appena un quinquennio. Un momento molto atteso, anche perché riveste notevole importanza non solo per valorizzare ulteriormente questo grande bianco, il cui vitigno di origine francese ha trovato nel Vigneto Fvg un acclimatamento ideale, dando vini d’eccellenza che hanno conquistato il mondo, ma anche per rilanciarne l’immagine dopo l’incidente di percorso causato dall’inchiesta di qualche anno fa che ha avuto indubbie ripercussioni sull’economia del settore. Ben venga, allora, questo grande appuntamento dedicato al Sauvignon, il cui programma e il cui significato saranno presentati domani mattina nella sede della Regione, a Udine.

E’ giunta o quasi, dunque, l’ora del Sauvignon, ma non quella della Ribolla. Si attende, infatti, ancora la convocazione del nuovo tavolo della filiera vitivinicola – noto come “tavolo verde” –  per giungere finalmente alla definizione di una proposta credibile da presentare al Ministero dell’Agricoltura al fine di riservare l’uso della qualificazione Ribolla gialla soltanto al vino prodotto in Friuli Venezia Giulia, poiché deriva da un vitigno autoctono dalle antiche origini. Il precedente tavolo, quasi un mese fa, era naufragato proprio sulla scelta di un nome alternativo o sinonimo da utilizzare da parte di chi coltiva la varietà altrove, in Italia, ma soprattutto sulle rese produttive per ettaro, riaccendendo i distinguo – chiamiamoli così… – fra collina e pianura. Doveva trattarsi di uno stop di una settimana o poco più – una pausa di riflessione, insomma -, ma come è evidente siamo andati ben oltre.
Ora è chiaro a tutti che più i tempi si allungano, più le possibilità di tradurre in legge l’aspirazione Fvg  – considerati i ritmi della burocrazia romana – si allontanano, per cui il riconoscimento non sarebbe applicabile fin dalla prossima vendemmia. La quale, vedendo le temperature di questi giorni – non certo da metà febbraio! -, sarà sicuramente anticipata come quella passata e forse anche più, perché se non torna un po’ di freddo, come è auspicabile, la primavera potrebbe partire ben presto. Con tutti i rischi che ne conseguono: il ricordo di quella brinata del 21 aprile di due anni fa è incancellabile.

Nelle scorse settimane abbiamo ospitato autorevoli interventi in cui si sollecitavano gli “attori” in campo a cercare una rapida intesa, mettendo da parte sterili campanilismi o assurde rivendicazioni. Ma finora non si è visto nulla di concreto. E il paziente Adriano Gigante, presidente delle Doc Fvg, è costretto a tessere ancora una tela che assomiglia sempre più a quella di Penelope. C’è da augurarsi che almeno i prossimi giorni sblocchino la situazione, per cui si possa finalmente parlare in termini risolutivi di tutela della Ribolla gialla, ferma o spumantizzata che sia. Alziamo dunque, quale segno beneaugurante, i calici. Ma non di Ribolla, per scaramanzia, bensì di Sauvignon!

Bella distesa di vigneti in fase di potatura nel Cormonese.

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In copertina, uno scorcio di vigneto della Doc Friuli Isonzo.

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