di Giuseppe Longo

Una comunità che ha accolto con vero dispiacere, anzi con sincero dolore, la notizia della scomparsa di monsignor Dino De Antoni, è quella di Dolegna del Collio, dove l’arcivescovo emerito di Gorizia era di casa. Infatti, da molti anni, non mancava alla ricorrenza di San Martino, quando nel piccolo Comune collinare si celebra con particolare solennità e risonanza la “Festa del Ringraziamento”, con la consegna del “Falcetto d’Oro” e della “Foglia d’Oro”, Premi ormai di riconosciuto prestigio, istituiti dalla sezione Coldiretti e dal Comune, assegnati di anno in anno a personalità che si sono distinte, ognuna nel proprio campo, a favore del settore primario.
Una presenza costante, fraterna, spiritualmente preziosa, tanto che tre anni fa – al San Martino 2016 – la civica amministrazione allora guidata da Diego Bernardis, oggi consigliere regionale, aveva voluto premiare proprio il presule originario di Chioggia – spentosi ottantaduenne dopo una lunga malattia (domani pomeriggio l’addio a Gorizia) – con la “Foglia d’Oro”. Un riconoscimento che aveva colto di sorpresa l’arcivescovo emerito, per sua natura schivo e schietto di modi, ma che tuttavia aveva molto gradito, sapendo che gli veniva attribuito da un paese che lo amava.

La consegna della “Foglia d’Oro” a monsignor De Antoni, presenti i sindaci di Dolegna e di Diano d’Alba.

“Lo ricordo con affetto e immensa riconoscenza – ci ha detto, commosso, l’ex sindaco Bernardis -, per cui rievoco volentieri le parole che ebbi a leggere a San Martino 2016, consegnando a monsignor De Antoni la ‘Foglia d’Oro’: una preziosa foglia di vite della nostra terra, simbolo di stima e di riconoscenza che ci accomuna nella passione e nella dedizione, nel lavoro e nella Fede, che ci avvicina nell’anima e nella vita. Con gratitudine, a nome della comunità di Dolegna del Collio”. Bernardis ha poi aggiunto: “Per noi di Dolegna, monsignor De Antoni era un punto di riferimento, non solo nella Fede. La sua mancanza a San Martino, e non solo, si farà sentire. Assieme al parroco don Silvano Pozzar, è stato colui che più abbiamo sentito vicino, tra gli uomini di Chiesa, uno di noi, oserei dire”.

Parole, quelle di Diego Bernardis, che riassumono il comune sentire a Dolegna del Collio, dall’agricoltura – rappresentata in primis appunto dalla Coldiretti – agli altri settori produttivi, ma anche a livello di paese in senso generale. La sua presenza così puntuale e discreta, senza alcuna di quelle solennità che la dignità episcopale poteva richiedere, mancherà nella piccola comunità in riva al torrente Judrio fin dalla prossima edizione della Festa del Ringraziamento. All’ultima, anche perché si trattava della manifestazione a carattere provinciale, era intervenuto l’arcivescovo titolare, monsignor Redaelli. Ma probabilmente il prossimo 11 novembre monsignor De Antoni sarebbe tornato se il destino non avesse disposto diversamente. Lui ora seguirà da Lassù gli amici di Dolegna: la sua presenza, per chi è animato dalla Fede, sarà comunque garantita.

Monsignor De Antoni con il Premio accanto alla titolare del “Falcetto d’Oro”; sotto, con Stefano Bernardis.

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In copertina, monsignor Dino De Antoni, grande amico di Dolegna.

(Fotoarchivio Claudio Fabbro)

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