di Gi Elle

Piante officinali: indubbiamente, si tratta di una coltura di nicchia, ma che può dare interessanti soddisfazioni, anche dal punto di vista della integrazione del reddito. E ora c’è una normativa aggiornata che favorirà lo sviluppo del settore, rilanciando la coltivazione. “Il nuovo Testo unico nazionale in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali, apporta nuove possibilità di crescita e valorizzazione per le realtà rurali del Friuli Venezia Giulia: si tratta di una nuova opportunità da recepire”, ha detto infatti l’assessore regionale alle Risorse agricole e forestali, Stefano Zannier, intervenuto, a Villa Manin di Passariano, a un convegno organizzato dall’Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, per illustrare proprio i contenuti della nuova normativa che sostituisce l’ormai vetusto e superato Regio decreto numero 99 del 1931, sulla raccolta delle piante officinali.
“Il nuovo Testo unico è interessante – ha aggiunto l’esponente della Giunta Fedriga – perché può consentire alla nostra agricoltura di continuare a mantenere il ruolo che essa ha svolto e svolge per la valorizzazione del territorio, in quanto può permettere di restituire, almeno in parte, redditività alle aziende del settore primario. Attraverso il nuovo articolato, si aprono infatti nuove prospettive per il mondo rurale, per poter integrare, e in taluni casi sostituire, le colture che oramai non assicurano più la remuneratività necessaria, atta a garantire la sostenibilità delle aziende”.

Nel Friuli Venezia Giulia, attualmente vi sono 37 realtà agricole impegnate nella coltivazione delle piante officinali, che operano su oltre una cinquantina di ettari di superficie. Con questo termine si intendono, oltre alle specie officinali in senso stretto, le piante aromatiche e da profumo, nonché le alghe, i funghi macroscopici e i licheni destinati agli usi medesimi.
Il nuovo Testo unico – è stato detto dai tecnici intervenuti all’incontro di Villa Manin – riveste particolare significato nella nostra regione. Perché può valorizzare il ruolo degli agricoltori in una realtà, qual è quella del Friuli Venezia Giulia, che in conseguenza della particolare varietà delle condizioni pedoclimatiche è ricca di biodiversità. Condizioni che consentono la diffusione nell’ambiente naturale di oltre duemila specie di piante diverse. Molte delle quali possiedono proprietà curative, terapeutiche e aromatiche, prestandosi quindi a divenire oggetto dell’attività di coltivazione.

Il Testo unico norma la raccolta delle piante spontanee. Ma nel contempo anche la prima trasformazione delle specie officinali. Per prima trasformazione, si intendono le pratiche indispensabili alle esigenze produttive. Che consistono nelle attività di lavaggio, defoliazione, cernita, assortimento, mondatura, essiccazione, taglio e selezione, nonché nella polverizzazione delle erbe secche e nell’ottenimento degli oli essenziali da piante fresche. Tutte operazioni, queste, che potranno essere eseguite direttamente nelle aziende agricole.
Nel corso del convegno, sono state messe a confronto anche le esperienze di altre realtà, sono state valutate le opportunità del settore nel contesto delle norme europee, chiarendo alcuni aspetti sugli effetti pratici del nuovo articolato.

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In copertina e nelle altre immagini alcune piante officinali e aromatiche. 

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