di Giuseppe Longo

Addio al “casaro” di Nimis. E per il paese pedemontano si chiude un’epoca. Ieri pomeriggio infatti, in Duomo, sono stati celebrati i funerali di Fiorito Tomasino, scomparso a 86 anni, da lungo tempo ormai in pensione – meritatissima, peraltro! -, ma che aveva trascorso tutta la sua esperienza professionale nella Latteria sociale turnaria di Nimis. Quella che non c’è più. Perché chiusa ormai da tanti anni e sul cui edificio di via Matteotti oggi campeggia un triste cartello che annuncia la sua vendita all’asta, sempre che si faccia avanti qualche acquirente.
Fino a quando era possibile incontrare Fiorito per la strada, era pressoché inevitabile collegare la sua figura a quella del casaro, professione che aveva appunto esercitato a Nimis per lunghi decenni con zelo e grande capacità, sorretta da una robusta preparazione, ricambiato da stima e simpatia, aiutato in questo pesante lavoro sempre dalla bravissima moglie Nella che l’aveva improvvisamente lasciato otto anni fa. Come non ricordare quei volti sorridenti e sempre gentili – erano entrambi originari del Taipanese, ma la vita l’avevano condotta pressoché interamente a Nimis, abitando sopra la stessa Latteria, prima di costruire la nuova casa di via Valle, e allevando i due figli, Rosellina e Italo – davanti a quella grande bilancia sulla quale pesavano il latte conferito dai soci. E che poi veniva trasformato in un formaggio fra i migliori della pedemontana. Un’attività che, dicevamo, si è chiusa probabilmente per sempre, vista la trasformazione del paese, il calo del numero di agricoltori, ma soprattutto di quello delle mucche, essendo aumentata negli ultimi decenni la preferenza per la produzione vitivinicola. Un’attività cessata come tante altre, a cominciare dai tre forni – per restare in un settore comunque collegato all’agricoltura – che offrivano ogni mattina un pane fragrante e profumato. Insomma, un segno dei tempi che cambiano. Anzi, che sono cambiati ormai da parecchio.
Ecco perché con l’ultimo saluto a Fiorito Tomasino, casaro con il cappello d’alpino, possiamo osservare come sia sceso il sipario su un’epoca non solo per la storia dell’agricoltura di Nimis, ma anche per lo stesso paese. E di tutto questo, ma anche di Fiorito e della sua Nella, non può che rimanere un ricordo. Bello e colmo di gratitudine.

Fiorito Tomasino

 

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In copertina, la Latteria di Nimis dove Fiorito Tomasino lavorò tutta la vita.

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