di Bruno Cesca*
Il Fvg è un eccezionale compendio di storia e di ricchezze naturali, entrambe valorizzate ai massimi livelli di visibilità turistica internazionale grazie a due prerogative collegate alla storia delle Genti longobarde: la partecipazione di Cividale al network longobardo inserito dall’Unesco nella esclusiva Lista del Patrimonio mondiale e l’inserimento di decine di Comuni della nostra regione nel “sistema” – altrettanto esclusivo – dell’Itinerario culturale europeo “Longobard Ways across Europe” concepito secondo i crismi del Consiglio d’Europa. Se si parla di beni artistico-monumentali “unici ed eccezionali” relativi alla presenza longobarda, Cividale è la indiscussa punta di diamante (affiancata dai beni individuati nei siti di Brescia, Castelseprio-Gornate Olona, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento e Monte Sant’Angelo).
All’interno del Tempietto Longobardo, a Cividale. (Foto dal sito ufficiale)
Se si parla di “Cultura longobarda” nel senso più ampio, è meno noto – ma anche più importante sapere – che l’Unesco ne ha riconosciuto il valore di “primaria radice della Cultura Europea” in quanto sintesi (grazie ai contenuti etici della spiritualità cristiano-cattolica cui i Longobardi furono introdotti da Teodolinda, la prima loro regina insediatasi in Monza) di tradizioni e culture germaniche, classiche greco-romane, bizantino-orientali e slave. Particolare anche la suggestione indotta dall’andamento fisico-geografico dell’Itinerario longobardo che – ripercorrendo la rotta dell’antica migrazione di oltre 3.000 chilometri dai mari del Nord al Mediterraneo – segue l’asse centrale d’Europa costituendone quasi una ideale spina dorsale. Un percorso di sviluppo turistico-culturale in luogo della separazione tra Ovest ed Est nel secolo scorso segnata dalla “cortina di ferro”. Parte attiva nella costruzione e gestione dell’Itinerario – coordinato dall’Associazione Longobardia che ne è promotrice – sono al momento Germania, Austria, Ungheria, Slovenia e Italia.
Nel contesto dell’Itinerario (suddiviso in quattro macro-aree europee, ciascuna delle quali costituita da specifici territori denominata “Cluster turistici”) spicca l’intero Friuli Venezia Giulia con decine di Comuni a vario titolo coinvolti nella storia longobarda. Fattore originale e rilevante del “sistema” adottato per la gestione del percorso longobardo è l’abbinamento tra luoghi di interesse culturale e luoghi di produzione delle attuali risorse di interesse turistico (agricolo, agroalimentare, artigianale e servizi di ospitalità e trasporto). Una opportunità unica ed eccezionale di rilanciare in modo coordinato l’immagine e le prerogative regionali ai più alti livelli di visibilità internazionale.
*Segretario generale dell’Associazione Longobardia
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In copertina, la zona sul Natisone dove sorge il Tempietto Longobardo; qui sopra, il suo ingresso.
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