di Giuseppe Longo

Forse non tutti lo sanno, ma anche la Carnia ha la sua “cattedrale”. E già, le chiese più importanti delle Diocesi non sono, per quanto riguarda la nostra regione, soltanto a Udine, Gorizia e Trieste, ma anche a Zuglio, che incontriamo sulla strada che da Tolmezzo, lasciata Arta Terme, sale verso Sutrio e Paluzza, e quindi verso il confine con l’Austria. Zuglio ha infatti il suo vescovo e ancora oggi la Chiesa di Roma fa le nomine episcopali proprio con il titolo di questa Chiesa antichissima, anche se San Pietro di Carnia ormai è soltanto una semplice pieve di campagna, anzi di montagna, lassù su quel suggestivo cocuzzolo che domina la valle del But. L’ultimo a essere consacrato con questo titolo – e la cerimonia avvenne nel duomo di Gemona nel 1986 – è il carnico Pietro Brollo, che fu ausiliare di Udine, quindi titolare a Belluno e infine arcivescovo della Diocesi più importante dopo lo smembramento del Patriarcato di Aquileia, oggi retta da Andrea Bruno Mazzocato.

E proprio la storica pieve di Zuglio stamane, festa dell’Ascensione al Cielo di nostro Signore – in realtà, ricorreva giovedì scorso, ma in Italia, al contrario dell’Austria, della Germania e di altri Paesi del Nord Europa, si celebra la domenica successiva. E questo avviene ormai da una cinquantina d’anni, dai tempi di San Paolo VI -, è al centro di un’antichissima espressione di fede e di tradizione le cui origini si perdono, come si usa dire, nella notte dei tempi: il “Bacio delle Croci”. Un suggestivo rito di rito di sudditanza delle chiese che un tempo sottostavano alla Pieve di San Pietro. Infatti, ciascuna chiesa delle valli carniche è rappresentata dalla sua croce astile ornata di nastri multicolori per rendere omaggio alla croce della Chiesa Madre.

Durante una cerimonia che mantiene un rituale plurisecolare, mentre i fedeli si dispongono in cerchio sul prato, ogni croce viene chiamata dal celebrante e si avvicina a quella di San Pietro di Carnia “baciandola” appunto in segno di devozione filiale.
Le celebrazioni cominceranno dunque stamani alle 10.30 con il raduno delle croci astili presso la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, sottostante quella di San Pietro e quindi attraverso una “rogazione” si raggiungerà il “Plan da Vincule”, dove alle 11 seguirà appunto l’antico rito del “Bacio delle Croci”. Al termine sarà celebrata la messa solenne nella pieve, mentre alle tre del pomeriggio ci sarà, nella stessa chiesa, il canto dei vesperi in latino.

Ricordiamo che, come informa Turismo Fvg, il Civico Museo archeologico Iulium Carnicum rimarrà aperto con orario continuato fino alle 18, mentre alle 15 ci sarà una visita guidata alle sale espositive e all’area del Foro romano, perché – come è noto – anche questa località conserva preziose testimonianze della presenza di Roma antica in Friuli. Infatti, dopo Aquileia proprio qui ci sono le memorie più importanti di quel passato legato proprio all’Urbe. Nell’occasione, anche il Centro “La Polse di Cougnes” nei pressi della pieve rimarrà aperto con orario continuato.

Inoltre, stamani funziona un servizio di bus navetta con partenza da Zuglio (piazza Civico Museo archeologico) in collegamento con San Pietro, giungendo fino a Fielis. Poi, quando punge l’appetito – soprattutto a coloro che avranno fatto la salita a piedi – c’è la possibilità di degustare i piatti tipici della tradizione carnica, tra cui i famosi “cjarsons” che domenica prossima saranno al centro di una bellissima manifestazione nella vicina Sutrio (sosta servizio dalle 12.30 alle 14). Il tutto nella cornice di una splendida giornata di sole che farà apprezzare appieno le bellezze di questo angolo della Carnia, fatto di panorami ancora incontaminati ma anche di preziose pagine di storia.

Ecco l’antico “Bacio delle Croci”.

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In copertina, la storica pieve di San Pietro di Carnia sopra Zuglio.

(Foto Turismo Fvg)

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