di Gi Elle

“Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente”, la mostra inaugurata a Roma dal governatore Massimiliano Fedriga, all’Ara Pacis, diventa durante questo mese di novembre palcoscenico di numerose iniziative collaterali aperte da una serata dedicata agli studenti delle facoltà di archeologia della Capitale. «Grande soddisfazione – ha sottolineato il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi – per lo straordinario interesse dimostrato dalle giovani leve dell’archeologia italiana – circa 150 gli studenti presenti – verso un’iniziativa che cerca di contestualizzare il risultato della ricerca archeologica e di far percepire lo sviluppo di uno dei maggiori siti archeologici italiani nei 2200 anni della sua storia. La città è portatrice di un messaggio particolarmente ricco e interessante che andava condotto nel cuore della romanità. Roma – ha aggiunto il presidente – ha avuto la capacità di creare altre Roma ai confini dell’impero per dialogare con altri popoli. Aquileia è stata così interfaccia attiva della città capitolina nei confronti dell’Oriente e del Mediterraneo, per poi avere una pulsione missionaria nella diffusione del Cristianesimo che la rese nuovamente protagonista per secoli”.

Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia oltre che archeologo e co-curatore della mostra, ha guidato gli studenti lungo il percorso espositivo e ha illustrato i vari volti di Aquileia nei secoli: «E’ stato un piacere particolare per me poter illustrare al pubblico numeroso e attentissimo dei giovani studenti di archeologia di Roma la storia di Aquileia attraverso i reperti in mostra, e ho anche cercato di trasmettere, con la mia esperienza personale, la passione per questo bellissimo mestiere. È stata anche un’occasione importantissima per raccontare ciò che la Fondazione Aquileia, protagonista di un approccio innovativo nella gestione dei beni culturali a livello nazionale, sta facendo per la valorizzazione delle aree archeologiche”.

Due scorci della grande mostra a Roma. (Foto Leonardo Beccuzzi)

Questa settimana, quindi, proseguirà con altre iniziative volte a far conoscere Aquileia: oggi, sempre all’interno degli spazi della mostra, si terrà una serata con visita esclusiva, favorita dalla Fondazione Aquileia e organizzata dal Rotary Club Aquileia Cervignano Palmanova che riunirà i soci dei Rotary romani. Domani, invece, la Fondazione Aquileia ha previsto una serata che coinvolgerà il mondo accademico e dell’Archeologia e le istituzioni culturali straniere attive a Roma.
Mercoledì, poi, verrà presentato in anteprima il film sui 2200 anni di Aquileia realizzato da Sky Arte e 3D Produzioni, mentre nel fine settimana, il 23 e 24 novembre, durante gli orari di apertura dell’Ara Pacis, Aquileia si presenterà, su iniziativa del Comune e grazie all’associazione imprenditori, con il meglio delle produzioni  e dell’offerta di ricettività turistica di Aquileia e degli immediati dintorni. Al riguardo, PromoTurismo Fvg assicura agli eventi organizzati dalla Fondazione Aquileia un importante sostegno, volto anche a far apprezzare al pubblico romano alcune produzioni di eccellenza del territorio.

In occasione dei 2.200 anni dalla fondazione di Aquileia, Roma Capitale e il Museo dell’Ara Pacis ne celebrano dunque la storia con la imponente mostra di cui stiamo parlando e che potrà essere visitata fino al 1° dicembre. “Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente” ripercorrere le numerose “trasformazioni” della città nei suoi momenti storicamente più significativi: la città romana, l’Aquileia bizantina e medioevale e il Patriarcato, sino a giungere al periodo in cui Aquileia fu parte dell’Impero Asburgico e infine agli anni della Prima Guerra Mondiale e del successivo dopoguerra quando la città entrò a far parte della Regno d’Italia e quindi della Repubblica.
L’affascinante percorso, curato da Cristiano Tiussi e da Marta Novello, direttrice del Museo Archeologico Nazionale, con un contributo di don Alessio Geretti, curatore delle iniziative culturali di Illegio, pone l’accento sull’importanza del rapporto Aquileia-Roma e sulla straordinaria capacità di rigenerarsi di una città, più volte risorta dopo invasioni, spoliazioni, guerre e terremoti.

Il Foro romano di Aquileia in una stupenda foto di Elio Ciol.

“Roma celebra Aquileia quale ricchezza nazionale così che, per entrambe le città, questa esposizione sarà un’opportunità di reciproca conoscenza. Questo luogo è una vetrina di cui Aquileia ha pieno diritto – ha detto il governatore Fvg – essendo stata una delle principali protagoniste della storia di Roma. La mostra è un’occasione per far conoscere Aquileia agli italiani e con essa tutto il Friuli Venezia Giulia. Così come Aquileia è stata la porta verso Oriente con la via dell’Ambra, anche la regione, attraverso la nuova via della Seta, è oggi riferimento principale verso quel mondo“.

Fondata nel 181 avanti Cristo, Aquileia fu concepita come avamposto di Roma nel lembo estremo nord-orientale della penisola, in seguito centro d’irradiazione del Cristianesimo nell’Italia Settentrionale e nelle regioni del Centro ed Est Europa. Città ricca e popolosa, tanto da essere ricordata dal poeta Ausonio (IV secolo dopo Cristo) come la quarta d’Italia, dopo Roma, Milano e Capua.
Per secoli, Aquileia è stata porto commerciale di primissimo piano dell’intero Mediterraneo e ha costituito la porta d’entrata non solo di derrate e di merci, ma anche di arte e idee provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che, rielaborate e metabolizzate, si sono poi diffuse nell’Italia Settentrionale, nei Balcani e nel Noricum. Fu anche sede di un Principato ecclesiastico e di uno Stato Patriarcale, a partire dal 1077 e fino alla conquista veneziana nel 1420, mentre il Patriarcato come entità ecclesiastica fu soppresso solo nel 1751, avendo come eredi le Arcidiocesi di Udine, per la parte veneta, e di Gorizia, per la parte imperiale.

La Basilica patriarcale di Aquileia.

Il ruolo che Aquileia ha svolto per due millenni ha avuto un significato non solo militare, politico ed economico, ma anche culturale e ideale nel bacino del Mediterraneo e nel rapporto tra Oriente e Occidente. Mettere in rilievo questa “specialità” di Aquileia a livello nazionale ed europeo è l’obiettivo primario della mostra “Aquileia 2200”. Dell’originalità del messaggio che proviene dalle testimonianze del passato aquileiese sono prova i reperti e le opere che segnano il percorso espositivo, che offre una suggestiva selezione di calchi in gesso, modelli e preziosi pezzi originali, avvalendosi anche del supporto di strumenti multimediali.
Tra le diverse opere, alcune pregevolissime: l’iconica “testa di Vento” bronzea, di ascendenza ellenistica, la testa di vecchio, improntata a forte realismo, la bellissima stele funeraria del gladiatore, due eccezionali mosaici (raffiguranti uno “pesci adriatici”, l’altro uno stupendo pavone), rilievi marmorei e statue. È inoltre presente un’ampia e preziosa collezione di oggetti in ambra, espressione di quell’artigianato artistico che si era sviluppato nella città, punto d’arrivo dell’antichissima “Via dell’Ambra” proveniente dal Baltico, dove la resina fossile era raccolta.

Della mostra fanno, inoltre, parte 23 calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 in occasione della Mostra Augustea della Romanità (dove Aquileia era la città più rappresentata, assieme a Ostia e Pompei), oggi custoditi nel Museo della Civiltà Romana e alcuni di essi restaurati per l’occasione grazie alla Fondazione Aquileia. Ancora, nella sezione del Cristianesimo, un bassorilievo in pietra calcarea del IV secolo raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Paolo, commovente testimonianza della vitalità e della ricchezza della grande Chiesa Aquileiese e, per concludere, due spaccati storici sul Patriarcato di Aquileia e sul Milite Ignoto. In quest’ultima sezione, in particolare, è esposto per la prima volta il tricolore, recentemente donato allo Stato, che avvolse, nella cerimonia tenutasi nella Basilica di Aquileia nel 1921, il feretro del soldato scelto dalla madre di un soldato caduto, Maria Bergamas, per rappresentare tutte le vittime disperse in guerra.

La storica bandiera del Milite Ignoto. (Foto Leonardo Beccuzzi)


Ad arricchire la mostra, al centro del percorso espositivo, sono collocate 43 splendide fotografie del grande maestro Elio Ciol, friulano di Casarsa, che da decenni coglie l’essenza degli antichi oggetti e dei resti monumentali tuttora visibili, fornendo un formidabile apporto documentario, emozionante e vivido, di Aquileia. Questi e altri lavori del maestro Ciol sono stati esposti quest’estate al Mamm di Mosca e prossimamente daranno vita a un’altra mostra a Ekaterinburg.
Infine, all’interno del percorso espositivo, viene proiettato un estratto del docu-film “Le tre vite di Aquileia” realizzato da 3D produzioni e destinato a entrare nella programmazione di Sky Arte. Il documentario ripercorre duemila anni di storia di Aquileia attraverso interviste, riprese realizzate nei luoghi simbolo di Aquileia, ricostruzioni virtuali e filmati d’epoca concessi dall’Istituto Luce.

L’eccezionalità dell’evento è stata richiamata anche nelle parole della Soprintendente capitolina, Maria Vittoria Marini Clarelli, del vicesindaco di Roma con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo, del direttore del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, Luca Caburlotto, e del sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino.

Fedriga con Marta Novello, Tiussi e Zanardi Landi, e sotto col sindaco Zorino. (Foto Regione Fvg)

Aquileia 2.200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente, a cui il ministro Dario Franceschini ha concesso il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, maggior finanziatore della Fondazione Aquileia, e la partecipazione della Società per la Conservazione della Basilica, dell’Associazione Nazionale per Aquileia e della Cineteca del Friuli. La mostra è resa possibile anche grazie al sostegno di PromoTurismo Fvg e della Camera di Commercio Pordenone-Udine nell’ambito del progetto Mirabilia.

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In copertina, la testa bronzea di Vento, simbolo della mostra, in una foto di Elio Ciol. 

 

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