di Giuseppe Longo

Ma cos’ha a che fare Leonardo con il caffè, visto che lui non l’ha neppure conosciuto essendo morto pochi anni dopo la scoperta delle Americhe, per cui doveva accontentarsi della pur buona, e salutare, bevanda fatta con l’orzo tostato? In realtà, non ci sono particolari addentellati se non un’affermazione del genio vinciano che l’Associazione Museo del Caffè di Trieste ha preso a prestito – “Dobbiamo cominciare dall’esperienza e per mezzo di questa scoprire la ragione. Questo è il metodo da osservarsi nella ricerca dei fenomeni scientifici” – per proporre il suo secondo ciclo di iniziative tecnico-scientifiche con gli appuntamenti divulgativi sull’aromatico e stimolante caffè che si conclude proprio oggi.
Così, mentre alla Centrale idrodinamica di Porto Vecchio si è appena conclusa la bella mostra “Tra natura e scienza: le macchine di Leonardo”, questo pomeriggio aleggerà ancora la figura del grande scienziato del Rinascimento italiano durante l’incontro che si terrà alle 17 nella consueta sala dell’hotel Savoia Excelsior, in riva del Mandracchio. Interverrà Marco Bazzara a chiudere il cerchio con un argomento estremamente “gustoso” considerando l’approfondimento. Il tema sarà infatti: “Definizione sensoriale di un caffè secondo diversi livelli qualitativi di interpretazione”.

Pistrini dona alla professoressa Sonia Calligaris una piantina di caffè.

“Lo spunto al file rouge di ogni incontro – spiega infatti Gianni Pistrini, presidente del sodalizio – tiene conto dei 500 anni dalla morte di Leonardo, promuovendo tutta una serie di iniziative che ne ricordano l’ampio operato di pittore, fisico, matematico, ingegnere e via elencando. Non solo, abbiamo voluto proporre questi brevi seminari quale virtuale collegamento al significativo appuntamento di Esof che vuole il capoluogo regionale del Friuli Venezia Giulia quale Capitale europea della scienza nel 2020”.
“La rassegna dei Cenacoli del caffè – ricorda Pistrini – era iniziata nell’ottobre 2018 e, di mese in mese, sono stati coinvolti docenti universitari oltre ad abili professionisti e cultori della materia. Si va a concludere, dunque, il secondo ciclo dei Cenacoli del caffè 2018-19 e già si pensa a quello successivo che prenderà avvio a fine mese di ottobre. In questi primi due anni abbiamo focalizzato il tipo di interventi, più precisamente: nella prima serie, anni 2017-18, gli appuntamenti hanno coinvolto relatori nazionali e stranieri (Parigi e Madrid), con l’obiettivo di toccare i più disparati aspetti caffeinici. In quello che si va a concludere si è scelto il filone tecnico-tecnologico-scientifico ospitando docenti provenienti dalle Università di Bologna, Udine, Trieste e figure specializzate da Trieste (decaffeinato e torrefazioni), da Bergamo (sull’importanza dell’acqua per un espresso) e da Pordenone. Abbiamo così consolidato i rapporti con i partecipanti, ottenendo lusinghieri riscontri. Riunendoci all’interno di strutture legate l’ospitalità (sale conferenze di hotel a quattro stelle), siamo stati costretti a spostare la sede degli appuntamenti in quanto il numero dei partecipanti era sempre crescente, dando pure una maggiore centralità all’evento, modificando l’offerta educativa e di formazione a seconda di quanto ci veniva richiesto da soci e frequentatori. Possiamo contare su un nocciolo duro di partecipanti che assiduamente li ritroviamo mensilmente, come pure di alcuni che invece ruotano a seconda dell’argomento sviluppato. Anche le realtà che appoggiano la nostra iniziativa si sono ampliate e più esattamente possiamo contare su: Associazione Caffè Trieste, Associazione Donatori Midollo Osseo, Caffè delle Scienze, Demus, Giuliani nel Mondo, Gruppo Immagine, La Grafica Villa, Lega per la Difesa dei Caffè Storico Letterari, Trieste Altruista che cura l’aspetto logistico di accoglienza e con il consistente contributo di Banca Mediolanum-Trieste”.

Daniela Ugolini indica il sito web.

“Così, ogni terzo giovedì del mese- continua il leader dell’associazione tergestina -, la sala San Giusto dell’Hotel Savoia Excelsior ci ha ospitato, riuscendo a mandare in diretta streaming i diversi interventi che poi sono stati caricati e visibili successivamente in podcast nei profili social di aMDC, in particolare su Facebook dell’Associazione Museo del caffè di Trieste. Peraltro, sono pienamente attivi una pagina web realizzata da Cristiano Seregni e anche Instagram, curato dalle socie Martina Sampietro e Lia Matesan. Un grosso contributo è stato quello fornito dal consigliere di aMDC Diego Gianaroli (che ha curato la rassegna) e dalle socie Marina Coccolo (pure consigliere), Nadia Paoletti e Paola Zagni. Non è mai mancata la partecipazione anche da coloro che, soci, hanno avuto la possibilità di interagire attraverso questi strumenti multimediali. In particolare, il vicepresidente Doriano Simonato da Zurigo o altri soci di aMDC ubicati a Praga, Londra, piuttosto che in Brasile”.
Ma ecco uno sguardo al futuro. “Per il 2019-20, la rassegna – riprende Pistrini – sarà curata dal socio scrittore Giorgio Micheli e prevederà appuntamenti dove la cultura del caffè sarà declinata attraverso la presentazione di libri… all’aroma di caffè. Anche in questo caso, gli incontri saranno ad accesso libero ubicati, questa volta, all’interno dei Caffè storici e presentati da figure di grosso richiamo. E’ poco noto, ma il tema caffè può essere declinato su diversi filoni: tecnico-scientifico ma anche prettamente culturale”.

Alcuni soci del sodalizio triestino con il dottor Sergio Barbarisi.

E, ora, ecco due parole sull’incontro odierno. “Concretamente – anticipa Pistrini -, quest’ultimo appuntamento mira ad entrare nella valutazione sensoriale dell’espresso in modo comprensibile e interattivo, indagando il modo in cui percepiamo con cognizione di causa ciò che annusiamo o assaggiamo per applicare queste competenze al momento di valutare le caratteristiche in tazzina e comparandone le diverse tipologie grazie ai nostri sensi per definire i parametri qualitativi. Detto così, sembra molto teorico, ma si tratterà di una “passeggiata” negli aromi e sapori della stimolante calda bevanda”.
Afferma, al riguardo, il relatore: «Negli ultimi anni la ricerca e l’affermazione delle nuove mode e tendenze sensoriali hanno creato uno spartiacque tra quella che è stata la nostra visione tradizionale del concetto di qualità e quella importata da correnti internazionali che tendono a dare una panoramica ben più ampia e colorita in merito». I tecnici si pongono il quesito su come porre le basi per dare una definizione alla qualità della nostra preparazione per eccellenza: l’espresso. «Così – si chiedono – se sia più importante avere un operatore che promuove la ricerca della qualità oppure avere un prodotto di qualità? L’espresso rappresenta l’essenza del Made in Italy e nonostante ciò noi italiani ci ritroviamo a dover combattere per mantenere il nostro standard in tutto il mondo quando ormai sempre più spesso si tende a generalizzare parlando di caffè espresso. Nel prossimo futuro si dovrà optare per una scelta che si dimostrerà sempre più vitale. Quindi -conclude – schierarsi per l’affermazione di un prodotto che rispecchi un concetto di qualità superiore alle aspettative comuni oppure accettare che ci siano diversi livelli e standard qualitativi a prescindere dalle tendenze?».

Ingresso libero alla sala, fino esaurimento dei posti disponibili e alla fine, non potrà mancare una degustazione gratuita di TriesteCaffè. La conferenza si potrà seguire in streaming sulla pagina Facebook o successivamente sul medesimo sito. Ricordiamo che i Bazzara sono un’istituzione nel mondo del caffè torrefatto. All’inizio, nel 1966, fu il capostipite Dionisio, nonno dei due fratelli conferenzieri, poi presero in mano i figli Franco e Mauro che con la figlia Letizia, e i due cugini Marco e Andrea sono parte della terza generazione.
Infine, ricordiamo che, come ogni associazione, il prossimo 31 maggio aMDC terrà la propria assemblea ordinaria. A tale riguardo, il presidente Pistrini invita soci e interessati a prender nota della relativa data.

Il professor Giorgio Graziosi con Diego Gianaroli e Marina Coccolo.

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In copertina, Leonardo da Vinci nel suo famoso autoritratto del 1507.

(Foto da Wikipedia)

 

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