di Gi Elle

Grazie alla primavera anticipata, è già cominciata la stagione degli asparagi. E sulla Riviera friulana sono famosi quelli di Fossalon e di Gorgo, tanto per citare le due località più rinomate dei Comuni di Grado e Latisana. Ma poi ci sono le famose pesche di Fiumicello e i pregiati vini, tutelati dalle Doc Aquileia, Annia, Latisana e Isonzo. E pure quelli del Carso, se vogliamo spingerci fino al Golfo di Trieste, dove oltre all’inconfondibile Terrano c’è anche l’olio extravergine d’oliva Dop Tergeste. Sono soltanto i prodotti di punta di questa grande area che va dalle rocce a cavallo del Timavo fino alla penisola di Lignano Sabbiadoro, passando per isole e isolotti di Grado e Marano Lagunare e per una fertile costa con entroterrra vocato a dare prodotti di qualità che possono instaurare un proficuo “dialogo” con il turismo, altro settore strategico della Riviera, anzi divenirne un veicolo formidabile, considerato che oggi moltissimi non si muovono soltanto per la bellezza paesaggistica, ambientale e storica dei luoghi, ma anche per quanto gli stessi possono mettere in tavola. Quello che in altre parole si chiama turismo enogastronomico.

I pregiati asparagi di Fossalon e Gorgo, e le nettarine di Fiumicello.

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Quindi, è possibile rilanciare il mondo rurale attraverso le produzioni di pregio rivolte alla filiera turistica? Ma certamente sì, e l’ha dimostrato a numerosi agricoltori, ristoratori ed esponenti del mondo bancario il talk show – dal titolo “Intercettare i desideri dei turisti per riqualificare il territorio: dall’attività primaria all’agricoltura part-time per le realtà rivierasche” – organizzato dall’Arga del Friuli Venezia Giulia (cioè l’associazione della Stampa agricola) in collaborazione con l’associazione culturale La Riviera Friulana, sul tema della valorizzazione del territorio e del paesaggio attraverso la qualificazione delle attività rurali da orientare per cogliere le attese del gusto dei turisti e dei potenziali visitatori dell’area rivierasca e delle grandi spiagge di Lignano Sabbiadoro e Grado.

Ecco i relatori del talk show condotto da Morandini a Cervignano. 

L’evento, sostenuto dalla Cassa rurale del Friuli Venezia Giulia, ha avuto per cornice l’Hotel Internazionale di Cervignano, dove un uditorio attento ha raccolto la sfida lanciata dai relatori, moderati dal presidente di Arga Fvg, Carlo Morandini, di riconsiderare il territorio e di osservare con un’ottica nuova un’area fino a qualche decennio fa considerata marginale. Poi, grazie a pionieri dell’agricoltura di pregio e a imprenditori turistici lungimiranti, è cresciuta tanto da offrire numerose peculiarità che sono state illustrate attraverso il video “La Riviera Friulana terra di eccellenze – Itinerari culturali ed enogastronomici per il turista attento”, realizzato da La Riviera Friulana con la collaborazione del Fotocineclub Lignano, di Antonio Boemo e dello stesso Carlo Morandini.
Peculiarità che spesso sono sconosciute o trascurate anche dagli abitanti dell’area. Ma che sono amate e apprezzate da centinaia di migliaia di turisti che – com’è stato ricordato da Gabriele Cragnolini, referente di Italia Nostra, intervenuto in apertura dopo il saluto introduttivo del presidente della Cr Fvg, Tiziano Portelli – ormai raggiungono le terre rivierasche anche da lontano sfruttando le ciclovie, le vie d’acqua, i percorsi in mezzo alla natura. In un territorio che da sempre è stato considerato nel cuore del Continente, visto che veniva percorso dagli antichi, dai pellegrini lungo i Cammini, da popolazioni che scendevano verso il Mediterraneo o salivano verso l’Arco alpino.

La ciclovia Alpe Adria nella laguna.

In un territorio che, come ha ricordato ancora l’agronomo Cragnolini, studioso del patrimonio vegetale, nei secoli si è connotato con paesaggi diversi: dalla “selva lupanica”, che ricopriva l’intera pianura padana, ai prati e pascoli di terreni lavorati dall’uomo. Fino ai giorni nostri. Perché il paesaggio – ha precisato – è quello che noi percepiamo, ed è fatto anche dei profumi e dei sapori di ciò che vi realizziamo. Ricavandoli, ha aggiunto Enzo Lorenzon presidente della Doc Friuli Isonzo e del Consorzio di bonifica -, con la capacità di saper interpretare le sue potenzialità. Di comprendere, cioè, quanto vi si può coltivare con profitto, per ottenere prodotti di qualità. Infatti, partendo dall’attività agricola familiare, Lorenzon ha realizzato un’azienda agricola e vitivinicola, seguita oggi anche dai figli Davide e Nicola, che produce vini di alta qualità. Il più pregiato, un blend con le uve dei vitigni dell’area, è stato chiamato Sontium, dall’antico nome latino dell’Isonzo.

Vigneti che si risvegliano dopo l’inverno e il famoso Refosco.

Ma se gli agricoltori possono compiere un salto di qualità per passare dalle colture massive a quelle specializzate e pregiate, occorre anche affrontare un’emergenza che per il settore primario non è più mediatica, bensì reale: la scarsità d’acqua connessa ai cambiamenti climatici e che potrebbe danneggiare non soltanto l’agricoltura.
Le colture specializzate incontrano, dunque, facilmente il gradimento dei consumatori e dei turisti. E come ha aggiunto Lorenzo Feresin, produttore di Fiumicello, possono divenire, come aveva anticipato lo stesso Cragnolini, occasione per visite e incontri didattici, anche rivolti ai ragazzi delle scuole e ai curiosi del territorio. Colture, orticole e frutticole, che vanno prescelte assecondando le vocazioni del territorio. Feresin ha auspicato la ripresa di “Aziende aperte”, in quanto quest’iniziativa permetteva a tutti di avvicinarsi al mondo rurale e alle sue produzioni di qualità.
Un passo avanti può essere compiuto con produzioni di filiera e orientate. Come ha suggerito Matteo Rizzetto, direttore della rete d’impresa Sincero, è possibile anticipare le aspettative dei turisti e avviare la produzione delle materie prime da loro attese. Ottenendo, in questo progetto di filiera, la fidelizzazione dei turisti e nel contempo aumentando la redditività d’impresa.
Un passaggio economicamente possibile e auspicabile, ha sostenuto Stefania Troiano, docente di Economia agraria ed estimo all’Università di Udine, perché è tra le aspettative dei milioni di turisti che ogni anno si spostano alla ricerca delle specificità. In forme di turismo che sono sempre più attente alle espressioni del territorio e a ciò che ne rappresenta la sintesi proprio attraverso le produzioni di pregio.

Uno scorcio dell’agro aquileiese.

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In copertina, il mare che divide Grado da Lignano Sabbiadoro.

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