di Lant Ator

L’antica chiesetta di Ramandolo, il simbolo della borgata che sorge sulle pendici della Bernadia, è dedicata a San Giovanni Battista, che si ricorda in giugno. E’ tradizione però che, proprio alla vigilia dell’arrivo ufficiale della primavera – perché quella di fatto c’è già -, la piccola frazione di Nimis festeggi San Sebastiano. Così, proprio la seconda domenica di marzo, e quindi domani, c’è la invitante “Sagre di San Bastian”, la prima della stagione nelle Valli del Cornappo e del Torre, quella che appunto annuncia la primavera, tanto che un vecchio adagio friulano recita: “San Bastian cu la viole in man”, chiaro per tutti anche senza traduzione.

Ecco Nimis vista da Ramandolo e un suggestivo scorcio di vigneti.

Per la verità, il prologo c’era stato già domenica scorsa, ma la vera festa di Ramandolo è appunto quella di domani. Tant’è che la giornata si aprirà, alle 11, proprio con la messa cantata che sarà celebrata nella chiesetta affrescata nel quindicesimo secolo dal bavarese Gian Paolo Thanner, lo stesso che abbellì il santuario di Madonna delle Pianelle (affreschi scoperti durante i restauri richiesti dal terremoto di 43 anni fa). E dopo il sacro rito la domenica proseguirà con momenti di divertimento e allegria in un paesaggio incantevole che, se il tempo è buono, lascia intravvedere nitidamente il mare da Lignano a Grado.

Piatto tipico della sagra – lo ricordavamo la scorsa settimana nella Ricetta del sabato – è “Us durs e lidric cul poc”, o meglio il rustico radicchio di campo con le uova sode, il tutto condito con un filo di buon olio extravergine di oliva e qualche goccia di aceto. Insomma, la classica proposta gastronomica di fine inverno – inizio primavera da abbinare ad altri piatti della tradizione friulana. E i vini? La borgata è famosa soprattutto per il grande bianco dolce che porta il suo stesso nome, quello che ha permesso di ritagliare proprio nel territorio a cavallo tra Nimis e Tarcento – il comprensorio è quello dei Colli orientali del Friuli – la prima Docg, cioè denominazione di origine controllata e garantita, di tutta la regione: e domenica scorsa c’era stata una bella camminata proprio tra i vigneti alla scoperta dell’Oro di Ramandolo. Ma ci sono pure robusti rossi, a cominciare dal famoso Refosco che non si disdegna proprio con un bel piatto di uova e radicchio. Provare per credere.

L’invitante piatto di uova e radicchio.

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In copertina, la storica chiesetta di Ramandolo, simbolo del borgo.

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