Grande apertura domani al Verdi di Pordenone. “Carmen”, la cui forza primigenia ci viene trasfusa grazie alla meravigliosa musica di George Bizet, è l’opera celeberrima e immortale che segna l’appuntamento con la grande lirica in programma domani 18 ottobre, alle 20.15, ad avvio della Stagione 2019/2020 del Teatro cittadino, curata dal maestro Maurizio Baglini per il cartellone musicale.
Questo nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste rende attuale una delle opere più famose in assoluto. La storia di Carmen, donna passionale, di grandioso temperamento si svolge fra le quinte dove il turbine della vita spazza il palcoscenico e trascina i protagonisti in una relazione devastante. Tra soldati, zingari, danze, al centro sta lei, viva, vitale, amante e amata, resa immortale dalla musica di Bizet.

“Carmen” è un capolavoro tra i più rappresentati al mondo che racchiude un senso di persistente contemporaneità. Attuale, trascinante e avvincente, l’Opéra comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dall’omonima novella di Prosper Mérimée è firmata in questo allestimento dell’Ente lirico triestino dalla regia di Carlo Antonio De Lucia, che ha ideato anche le scene assieme ad Alessandra Polimeno e diretta da Fabrizio Maria Carminati, maestra del coro è Francesca Tosi mentre i costumi portano il nome di Svetlana Kosilova e le coreografie di Morena Barcon. Attesa anche la partecipazione del coro “I Piccoli cantori della città di Trieste” diretto da Cristina Semeraro. A interpretare Carmen la cantante Ketevan Kemoklidze, Gaston Rivero ha, invece, il ruolo di Don Josè.
Alla base dell’opera c’è una storia di amore, di passione e di gelosia che finisce con la morte di Carmen che, dopo aver sedotto Josè, lo abbandona per seguire Escamillo. C’è un’altra donna, Micaela, che vorrebbe diventare la moglie di Josè, anche per volere della madre di lui che sta per morire. Alla fine della storia Carmen e Josè si incontrano a Siviglia, ma la donna non vuole seguire Josè e lui la pugnala uccidendola. A decretare il fiasco parigino della prima di Carmen (il 3 marzo 1875 al Théâtre national de l’Opéra-Comique) non fu la partitura, ma i temi “scandalosi” che l’opera affrontava. Nessuno avrebbe potuto prevedere che nel giro di un secolo sarebbe diventata una delle opere più conosciute e rappresentate al mondo. Un capolavoro che tocca corde sensibili di immortale attualità proprie dei conflitti primari come Amore e Odio, Libertà e Legami e l’eterno e drammatico conflitto fra donne e uomini.

Carmen è una donna indipendente che viene uccisa da un uomo per gelosia: da elemento fondante di un melodramma di fine Ottocento l’opera che ospitiamo quest’anno a inizio Stagione diviene per noi un momento di riflessione collettiva su un dramma dei nostri tempi”, spiega il presidente Giovanni Lessio, “che rafforza la nostra attenzione sul tema della violenza sulle donne, su cui il Verdi è impegnato da anni”. “La lirica è, poi, per il Verdi uno degli elementi di punta delle attività educative per le giovani generazioni proposta ogni anno a migliaia di bambini, ragazzi e insegnanti”. “Ma l’interesse per la lirica è forte anche presso il pubblico adulto: proprio per questo – conclude Lessio – vorrei che il Teatro di Pordenone potesse proseguire e intensificare una partnership con l’Ente lirico di produzione della nostra regione: il Teatro Verdi di Trieste è l’interlocutore naturale nelle scelte che Pordenone opera sul fronte della lirica. Il mio auspicio è quello di proseguire anche su questo fronte la politica di collaborazione tra realtà culturali che da sempre alimentiamo sul territorio”.
Sempre nella giornata di domani, alle 18, nel foyer al terzo piano del teatro, prima dell’apertura del sipario, in programma un appuntamento introduttivo affidato al direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier: l’”Aperitivo del direttore” accoglierà il pubblico dell’opera per illustrarne il contesto storico e musicale e il suo rapporto con l’attualità.

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“Lo sviluppo del bambino”:

incontro a Casa Zanussi

“Lo sviluppo del bambino: dalla cognizione motoria alla cognizione sociale” è l’ambito di indagine della psicologa clinica Magali Rochat, che sarà protagonista a Pordenone oggi, alle 15.30, nell’auditorium centro culturale Casa Zanussi, in via Concordia 7, per la rassegna “Affascinati dal cervello”, format giunto alla 12ma edizione e promosso dall’Irse (Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia). «Grazie all’intervento di Magali Rochat – spiega il coordinatore dell’incontro Marcello Turconi, ricercatore e divulgatore, collaboratore scientifico alla Sissa Trieste – getteremo luce su uno degli aspetti più importanti per la vita dell’essere umano, che può essere definito come l’animale sociale per eccellenza: l’intelligenza e la cognizione sociale, ossia l’insieme di abilità che ci permette di interagire correttamente con l’altro. Un tipo di intelligenza che richiede innanzitutto un “senso del sé”, seguito dalla comprensione del comportamento dei nostri simili, per poterlo infine imitare». «Verranno analizzate – anticipa Rochat – diverse modalità (motoria, del linguaggio, emotivo/affettiva) con cui l’essere umano, fin dai primissimi anni, entra in risonanza con i suoi simili: si tratta a tutti gli effetti di un tipo di intelligenza che a noi sembra scontato, ma che non lo è nel caso di alcune patologie o disturbi, in cui il senso di sé è alterato, con tutto quello che ne consegue per la cognizione e interazione sociale, come nel caso dei Disturbi dello Spettro Autistico».

Magali Rochat

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In copertina e all’interno alcune belle scene di “Carmen” in scena domani sera al Teatro Verdi di Pordenone.

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