di Gi Elle

Ma che successo per il “legno che suona”! La Valcanale, con Malborghetto-Valbruna, da sempre crocevia di culture, è diventata un piccolo universo in cui musica, liuteria, cultura e natura hanno dialogato per quattro giorni con un’intesa perfetta. Per cui, a sipario calato e tirando le classiche somme, si può certamente concludere che per “Risonanze” si è trattato di un’edizione, la quinta, da iscrivere nell’album dei ricordi e da citare come esempio per quanto di bello e importante si possa fare a favore della montagna. Con circa cinque mila presenze – raddoppiate rispetto allo scorso anno -, e ospiti provenienti anche da Inghilterra, Germania, Usa, Russia, Francia e  ovviamente Austria, “Risonanze” si prepara a diventare un riferimento per tutto il Nordest. «Il Festival è letteralmente esploso”, ha affermato il direttore artistico Alberto Busettini, entusiasta per l’ottima riuscita della manifestazione.

Un concerto sotto gli abeti…

UNA FONDAZIONE – I numeri dell’evento inorgogliscono. Ma ora per il futuro bisogna pensare a uno strumento diverso, più adatto, per gestire un fenomeno in crescita come “Risonanze”. «La via è quella di una Fondazione – ha affermato Busettini -, questo consentirà di programmare un festival annuale e di creare nuovi posti di lavoro attraverso la cultura. I numerosi partner stranieri intervenuti all’evento si sono detti disposti a investire in questo progetto». E allora vanno presi in parola, mettendosi subito al lavoro per il prossimo anno.

… e uno con giochi di luce.

I NUMERI 2019 – Il Festival organizzato ai piedi delle Alpi Giulie dal Comune di Malborghetto-Valbruna, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e di Fondazione Friuli, ha chiuso i battenti domenica facendo il pieno di pubblico sia per i concerti, che per le attività collaterali. Tutti esauriti anche i laboratori, le chiacchierate con gli artisti, gli appuntamenti organizzati per i bambini, le sedute mattutine di pilates. Anche il pane del bosco, proposto con le farine di corteccia dallo chef Stefano Basello, ha conquistato gli ospiti. Così come l’essenza di ‘Risonanza’, il nuovo profumo pensato dal maestro Lorenzo Dante Ferro. In grande crescita le presenze rispetto allo scorso anno: sono, infatti, oltre 5 mila le persone che negli ultimi giorni hanno affollato Malborghetto-Valbruna e la Val Saisera. Con ospiti provenienti da Inghilterra, Germania, Usa, Russia, Francia e Austria, il Festival  “diventa grande” e si prepara a essere un evento di riferimento a Nordest.

Ancora musica nel bosco e lo chef Stefano Basello.

I PROTAGONISTI Come dicevamo, un crocevia di culture, come Malborghetto-Valbruna, è diventato un piccolo universo in cui musica, liuteria, cultura e natura hanno dialogato per quattro giorni. Dai salotti ai concerti, dalle passeggiate alle performance nel bosco: la Val Saisera è divenuta un teatro en plein air grazie ai magnifici abeti rossi di Risonanza. «Ho sentito l’anima di questo luogo», ha affermato, al termine del terzo bis, Giuliano Carmignola, star internazionale del violino protagonista di un concerto di rara intensità nella chiesa di Malborghetto, dove ha portato le Quattro Stagioni di Vivaldi insieme alla Venice Baroque Orchestra.
«Questo legno prezioso ha il respiro di un bosco secolare, della pace di questo territorio. Diventerà suono nelle mie chitarre? E’ probabile che accada» ha detto, a palazzo Veneziano, John Monteleone, il liutaio dei divi del rock, da Mark Knopfler a Eric Clapton. Gli ospiti sono arrivati espressamente dall’Europa e dagli Usa per il festival. «Bisogna creare uno strumento per finanziare e supportare questo tipo di eventi» ha affermato Conny Sibilla Restle, direttore del Museo degli strumenti musicali di Berlino.

Il bellissimo palazzo Veneziano.

IL DIRETTORE ARTISTICO – «Siamo davvero soddisfatti», ha precisato ancora Alberto Busettini, direttore artistico di “Risonanze”. «Il carnet di quest’anno è stato ricchissimo di attività in tutte le ore della giornata. Questo ci ha consentito di raddoppiare le presenze». Un festival trasversale, adatto a pubblici e attività diverse, dunque. «È stato un ulteriore salto di qualità che ha permesso l’arrivo di numerosi ospiti dall’estero. Ma la particolarità di “Risonanze” è data dal format: i grandi ospiti la sera si ritrovavano nel salotto di palazzo Veneziano a discorrere con la gente del posto. È stato bello vedere questo mix di persone e culture». E anno dopo anno l’evento cresce e diventa sempre più affollato, grazie anche alla caparbietà del sindaco Boris Preschern, che ha creduto fin dall’inizio nelle potenzialità di questo Festival, facendo tutto il possibile per svilupparlo e farlo sentire proprio anche dagli abitanti della zona.

Busettini con il sindaco Preschern.

Informazioni: www.risonanzefestival.com o sulla pagina Facebook dedicata. C’è anche un hashtag che è #Risonanze2019.

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In copertina e qui sopra uno degli applauditi concerti nella foresta. 

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