di Giuseppe Longo

La Laguna di Grado, che poi continua a ovest con quella di Marano, è un patrimonio naturalistico di inestimabile valore, non solo per la bellezza ambientale data dall’insieme di acqua, isolette e casoni – ognuno dei tre componenti è intimamente legato all’altro e viceversa -, ma anche dalla fauna che popola questo meraviglioso territorio marino. Un “unicum”, insomma, che dev’essere impegno solenne e prioritario di ognuno, e in primo luogo della civica amministrazione isolana che rappresenta tutti i “graisani”, a preservarlo e a difenderlo affinché sia consegnato integro, il più possibile, alle future generazioni.
In questo ambiente singolare e suggestivo, ci sono numerose valli da pesca, un tempo floride, oggi purtroppo molto meno, anzi qualcuna è addirittura in disuso e aggredita dal degrado sempre più evidente, complici diversi fattori tipici del nostro tempo: costi di produzione, concorrenza del mercato, invecchiamento degli allevatori, giovani poco attratti da questo lavoro che dopo tutto comporta anche notevoli sacrifici. Senza aggiungere poi, visto che siamo nel cuore dell’inverno – i cosiddetti “giorni della merla” – la affatto remota possibilità che il freddo troppo intenso ghiacci le acque lagunari, provocando la morìa del pesce allevato (e successo più volte) con grave danno, oltreché amara delusione, per i produttori.

Un’immagine di Valle Mezzano nella Laguna di Grado.

Una premessa, questa, che riteniamo utile per “fotografare” – pur sinteticamente – il patrimonio laguna e lo stato delle aree già destinate all’allevamento di specie ittiche pregiate e che nel contempo ci serve per inquadrare quanto sta per fare l’amministrazione civica guidata dal sindaco Dario Raugna che ha deciso di procedere al recupero funzionale di “Valle Mezzano” attraverso un intervento sperimentale a supporto della vallicoltura tradizionale e dei valori naturali della laguna.
Il Comune di Grado e la Direzione risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione Friuli Venezia Giulia hanno, infatti, attivato un percorso progettuale condiviso per il recupero strutturale e funzionale di Valle del Mezzano, splendida valle da pesca di 40 ettari, di proprietà del Comune stesso, oggi abbandonata e in via di disfacimento.

Per questa prima fase – informa una nota municipale – la spesa complessiva è di 1 milione e 600 mila euro, dei quali 1 milione e 130 mila euro si riferiscono a uno specifico contributo regionale, a valere sull’Articolo 51 del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), mentre la differenza viene finanziata dal Comune di Grado con fondi propri. L’opera è, infatti, prevista nel Programma triennale delle opere pubbliche.
“L’iniziativa a titolarità pubblica – spiega l’assessore comunale all’Ambiente, Claudio Gaddi –  si configura come un intervento quanto mai necessario e urgente, anche in considerazione del fatto che più passa il tempo, più l’entità dell’intervento e gli oneri di recupero e di messa in sicurezza sia del Mezzano sia delle valli limitrofe si fanno sempre più rilevanti”.

L’assessore Claudio Gaddi.

Terminata la fase di analisi e caratterizzazione dei sedimenti, prevista per legge e attualmente in corso, si partirà con il recupero strutturale e funzionale vero e proprio. Importante il carattere sperimentale e dimostrativo dell’iniziativa: “sottolineare le potenzialità produttive e naturalistiche di strutture così recuperate. Il progetto di riqualificazione è stato ideato proprio nell’ottica di coniugare attività produttiva, aspetti naturalistici e ambientali. Un esempio virtuoso di come sia possibile e necessario ridefinire l’approccio ai metodi convenzionali di allevamento ittico della vallicoltura tradizionale”.
Sottolinea al riguardo Gaddi: “Dobbiamo stimolare il dibattito e le energie locali per avviare, da un lato, forme di recupero e di salvaguardia strutturale del complesso vallivo, dall’altro per catalizzare nuovi interessi economici su questo importante patrimonio”.

Per la stesura della progettazione iniziale, l’amministrazione comunale si è avvalsa in questi mesi di un gruppo di lavoro, a titolo non oneroso, che ha visto la partecipazione del dottor Stefano Sponza, a supporto tecnico esterno del Comune, biologo ed esperto di valenze naturalistiche, del professor Emilio Tibaldi, docente ordinario di Zoocolture all’Università di Udine, del professor Stefano Covelli, associato di Geochimica ambientale all’Università di Trieste, del dottor Nicola Bettoso, biologo marino dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente, di Claudio Furlanut, esperto di vallicoltura e capovalle a Valle Noghera, e della geometra Daniela Toso, progettista esperta di interventi strutturali in ambito lagunare.
“Con questa iniziativa – continua l’assessore Gaddi – riteniamo si possa creare un volano di conoscenza, credibilità e buone pratiche che funga da traino e da riferimento per le altre realtà vallive della nostra laguna, in un’ottica di rilancio e promozione del settore. Le valli da pesca sono la componente più peculiare dell’Adriatico settentrionale, un sistema vallivo tra i più importanti d’Europa e del bacino del Mediterraneo”.
A fronte di una superficie complessiva di circa 1.700 ettari di valli tra Grado e Marano Lagunare, più della metà delle superfici è oggi improduttiva, se non in totale abbandono. Le ragioni sono note: vanno dagli elevati costi di gestione e produzione, alla concorrenza del pesce allevato all’estero, alla difficoltà a fronteggiare le avversità. In pratica, i problemi che avevamo già richiamato.

L’assessore Gaddi infine ci tiene ad evidenziare quanto progetti come questo, che guardano al futuro, siano fondamentali, sottolineando inoltre come sia stato “fattivo e costruttivo in questi mesi il dialogo con l’amministrazione regionale, con l’assessore Paolo Panontin prima e con l’assessore Stefano Zannier adesso, i quali – conclude – hanno sposato l’iniziativa e la visione strategica ovvero di un’acquacoltura integrata, sostenibile, competitiva, diversificata, che considera le interazioni con l’ambiente e utilizza le risorse in modo responsabile”. In un’ottica, dicevamo all’inizio, che punti a presevare il più possibile questo patrimonio naturalistico di rara bellezza. Pur cui anche questo progetto di recupero di Valle Mezzano deve andare in questa direzione.

L’ambiente lagunare nella zona di Valle Mezzano.

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In copertina, la Laguna di Grado.

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